Pane, il nuovo contratto per gli addetti al settore introduce un aumento in busta paga

È stato sottoscritto il nuovo contratto collettivo per gli addetti alla produzione di pane con aumenti in busta paga e nuove tutele.

Pane, il nuovo contratto per gli addetti al settore introduce un aumento in busta paga

Il nuovo contratto per gli addetti al settore della panificazione prevede l’introduzione di alcuni aumenti in busta paga (un po’ come il nuovo contratto collettivo in agricoltura) e di nuove tutele nell’ambito della sicurezza sul lavoro e in materia di welfare. Gli stessi sindacati Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, i cui rappresentati hanno presenziato alla sottoscrizione del contratto collettivo in questione, si sono detti soddisfatti degli accordi raggiunti, che di fatto prevedono un incremento economico del salario del +4,65% (equivalenti a 69,5 euro a regime in più, per intenderci) per il livello A2 nelle aziende a indirizzo produttivo artigiano, e del +5,81% (pari a 97 euro in più) per il livello B3 per le aziende produttrici di pane con indirizzo industriale.

pane

Gli aumenti verranno erogati nelle buste paga degli addetti al settore a partire dalla busta paga di maggio, in concomitanza con l’introduzione di un importo forfettario “una tantum” di 200 e 400 euro (in base ai rispettivi indirizzi delle aziende) per la copertura del periodo di vacanza contrattuale. Spiccano inoltre le novità dal punto di vista normativo, che di fatto spaziano dal rilancio della contrattazione di secondo livello, una maggiore attenzione alla sicurezza, aggiornamenti rispetto alla normativa vigente in tema di mercato del lavoro e l’individuazione di nuova sfera di applicazione che, a partire dal 31 dicembre 2022, si occuperà di distinguere con maggiore precisione le due tipologie di aziende.

È stata prevista inoltre la possibilità per la madre lavoratrice e il padre mono-affidatario di richiedere l’esenzione dal lavoro notturno fino a sei mesi continuativi a partire dal terzo anno del figlio; e la facoltà di ottenere un anticipo del 30% dell’importo complessivo del TFR nei periodi di astensione facoltativa dall’impiego. Introdotte, infine, nuove forme di flessibilità nell’orario di entrata e uscita per i genitori con figli fino a tre anni di età e per coloro che sono impegnati nell’inserimento all’asilo nido.