Parmigiano Reggiano in crescita: nel 2019 segna +1,47%

Parmigiano Reggiano da record nel 2019: ha registrato una crescita complessiva del +1,47% con focus sulla produzione e sull'export.

Parmigiano Reggiano in crescita: nel 2019 segna +1,47%

Parmigiano Reggiano da record nel 2019: ha registrato una crescita totale del +1,47%, con incremento soprattutto per quanto riguarda la produzione e l’export. In effetti l’anno scorso la produzione DOP ha realizzato 3,75 milioni di forme per un totale di circa 150mila tonnellate per un giro di affari che al consumo si attesta sui 2,6 miliardi di euro.

Andando a guardare i dati degli ultimi tre anni, la produzione è passata da 3,47 milioni di forme a 3,75 milioni di forme, con una crescita dell’8,1%. Se siete interessati ai valori in Borsa, invece, per quanto riguarda le quotazioni nel 2016 il Parmigiano Reggiano al kg costava 8,60 euro, mentre nel 2019 la quotazione media annua è arrivata a 10,75 euro, con aumento del 25%.

Tutto questo è avvenuto poi nell’anno dei dazi di Trump: da ottobre, proprio a causa dei dazi, le quotazioni sono precipitate sotto i 10 euro, ma nel frattempo si è anche registrata la crescita produttiva di latte (che vuol dire più formaggio prodotto).

Ottimi anche i risultati per quanto riguarda l’export. Se poco meno del 60% della produzione di Parmigiano Reggiano finisce in Italia, il 41% è destinato all’export, cresciuto fra l’altro del +4,3% rispetto al 2018. I mercati dove il Parmigiano Reggiano è più richiesto sono:

  • Francia: 21% (+2,2%)
  • USA: 20,9% (+12,9%)
  • Germania: 17,8% (+6,7% dopo il calo del 2018)
  • Regno Unito: 12,3%
  • Canada: 3,9% (-26,5%)

In crescita anche i nuovi mercati:

  • Australia: +21,3%
  • Cina: +36,4%
  • Paesi Arabi: +2,9%

E per il 2020? In teoria nei primi due mesi dell’anno prima del Coronavirus nella GDO si era registrato un tasso di crescita del +20%. Ad aprile, invece, le quotazioni sono scese poco al di sopra degli 8 euro al kg. Sempre a proposito di Covid-19, una ricerca ha dimostrato che il 53% degli intervistati è contento degli ordini ricevuti durante questi primi mesi del 2020 in Italia. Tuttavia c’è forte preoccupazione per la diminuzione di ordini da parte di Unione Europea, Nord America a Canada.