L’80% degli Italiani confessa di aver tradito almeno una volta mamma pastasciutta, provando una pasta cosiddetta “alternativa”, ovvero diversa dalla pasta all’uovo, di semola di grano duro e ripiena.
Insomma, parliamo di paste di farro, di legumi, di riso eccetera: uno studio realizzato da Everli, marketplace della spesa online parla di otto italiani su dieci che almeno una volta nella loro vita hanno ceduto alla curiosità. Oltre la metà dei consumatori di queste “paste alternative” sono donne (il 60%) e, di queste, il 58% ha tra i 25-39 anni.
Ma alla fine, la pasta resta la pasta, e solo l’8% del totale alla fine ha completamente abbandonato la pasta “tradizionale” in favore di quella “alternativa”. Nella sua analisi di mercato Everli ha anche messo in classifica le regioni che consumano più pasta: innanzitutto la Lombardia, poi il Trentino Alto Adige e l’Abruzzo.
La città che fa registrare il maggior consumo di pasta tradizionale, invece, è la toscana Grossetto. Per quanto riguarda invece la pasta cosiddetta “alternativa”, le città dove se ne compra di più sono Treviso, Trento e Livorno, e la tipologia “alternativa” più apprezzata è quella integrale (8 su 10) e corta (7 su 10), fa sapere Everli.