Un mercato mondiale che ha superato i 20 miliardi di euro in valore, e l’Italia che fa la parte del leone producendone più di un quarto, per un valore di 5 miliardi. Sono i numeri della pasta, dati da Coldiretti in occasione del World Pasta Day: un altro dato importante è che produciamo ormai più per vendere all’estero che per mangiarcela noi; le esportazioni infatti riguardano il 62% del prodotto. In Italia si producono 3,9 milioni di tonnellate di pasta, e la filiera conta 120 imprese, oltre 10mila addetti e quasi 200mila aziende agricole italiane impegnate a fornire grano duro.
L’Italia ha comunque il primato anche del consumo: 23,5 chilogrammi a testa all’anno contro i 17 chili della Tunisia, seguita da Venezuela (15 kg), Grecia (12 kg), Cile (9,4 kg), Stati Uniti (8,8 kg), Argentina e Turchia a pari merito (8,7 kg); una classifica interessante e geograficamente variegata.
D’altra parte, ben il 62% della produzione italiana viene esportato: il principale paese cliente è la Germania, davanti a Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Giappone; questi cinque totalizzano oltre metà dell’export, mentre i mercati in più rapida crescita sono Cina, Canada, Spagna e Arabia Saudita. Secondo una proiezione Coldiretti su dati Istat, nel 2021 le esportazioni di pasta italiana raggiungeranno il valore di 2,9 miliardi, con un aumento del +7% rispetto al periodo pre-Covid.