Pasta: mettere il coperchio all’acqua che bolle vale tre ricariche del cellulare

Con tre piccoli accorgimenti per preparare la pasta in maniera eco friendly si potrebbe risparmiare l'energia necessaria a illuminare tre stadi.

Pasta: mettere il coperchio all’acqua che bolle vale tre ricariche del cellulare

Fino a tre ricariche del proprio cellulare: è questa l’energia che si può risparmiare facendo un semplice gesto quotidiano, ovvero mettendo il coperchio alla pentola dell’acqua che bolle per la pasta. A sostenerlo è uno studio promosso da Unione Italiana Food e presentato in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, che si celebrerà il 5 giugno prossimo. Lo studio ha calcolato l’impatto ambientale della cottura della pasta analizzando consumi di energia, emissioni di CO2, utilizzo di acqua con risultati che, rapportati alle dinamiche della vita quotidiana, possono in effetti sembrare sorprendenti.

Ad esempio: quanta energia si risparmierebbe se tutti gli Italiani seguissero i piccoli accorgimenti necessari a cucinare la pasta in maniera eco-friendly? Ben 350milioni di chilowattora, ovvero una quantità sufficiente a illuminare gli stadi di calcio per tutte le prossime 24 stagioni di Serie A, Premier League, Liga spagnola e Bundesliga. Oltre al coperchio sull’acqua, ci sono un altro paio di cose che si possono fare per illuminare questi stadi – in senso figurato, s’intende: cuocere la pasta con la quantità di acqua proporzionata alla quantità di pasta, senza esagerare, e spegnere il fuoco prima del tempo procedendo poi con la cottura passiva. Pratiche che oggi in pochissimi seguono: tre italiani su quattro mettono troppa acqua, e solo 1 su 10 si affida alla cottura passiva (dopo i primi 2 minuti di cottura tradizionale, la pasta cuoce in modo indiretto, e quindi si può lasciare a fuoco spento e con coperchio per non disperdere calore).

cottura pasta

“Con un impatto ecologico dal campo alla tavola minimo rispetto ad altri alimenti, la pasta – commenta Riccardo Felicetti, presidente del Pastai Italiani – è già ‘oltre’ COP-26, ma nei prossimi 5 anni possiamo migliorare ulteriormente il nostro impatto sull’ambiente arrivando quasi a dimezzarlo perché dalla fase di cottura della pasta a casa dipende il 38% del totale della sua impronta carbonica”.