Perché alla fine solo nonna Adriana va a processo contro Chiara Ferragni

Al via il processo per il "Pandoro Gate" con l'imputata Chiara Ferragni accusata di truffa aggravata: a costituirsi parte offesa anche una signora di Avellino.

Perché alla fine solo nonna Adriana va a processo contro Chiara Ferragni

E venne il giorno in cui Chiara Ferragni si trovò di fronte al giudice per affrontare il processo per il famigerato caso del “Pandoro Gate”, più o meno.

Il 23 settembre 2025 si è infatti tenuta a Milano l’udienza pre-dibattimentale che vede l’imprenditrice digitale Chiara Ferragni imputata per truffa aggravata, insieme al suo ex braccio destro Fabio Maria Damato e a Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia, per le campagne commerciali del pandoro Balocco “Pink Christmas” e delle uova di Pasqua Dolci Preziosi, tutto mentre l’influencer non era presente in aula.

Ferragni vs. “Nonna Adriana”

chiara ferragni uovo di pasqua

Secondo la Procura di Milano, le campagne promozionali avrebbero ingannato i consumatori, inducendoli a credere che l’acquisto dei prodotti, venduti a un prezzo maggiorato, contribuisse direttamente a una donazione benefica. Nel caso del pandoro, gli acquirenti erano convinti che, pagando 9,37 euro invece dei 3,68 del prodotto tradizionale, avrebbero finanziato una raccolta fondi per l’ospedale Regina Margherita di Torino, e lo stesso schema sarebbe stato replicato con l’iniziativa “Uova di Pasqua Chiara Ferragni – sosteniamo i Bambini delle Fate”.

L’accordo, invece, prevedeva che la Balocco avesse già effettuato una donazione fissa di 50.000 euro, indipendentemente dalle vendite, mentre le società della Ferragni avrebbero incassato oltre un milione di euro per la sponsorizzazione.: i profitti per le due operazioni sono stati stimati in circa 2,2 milioni di euro.

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Un sistema che ha suscitato in particolare le ire di “Nonnna Adriana”, così è stata ribattezzata una settantenne signora di Avellino che ha deciso di costituirsi come “persona offesa” dopo aver acquistato il pandoro. Il suo avvocato, Giulia Cenciarelli, ha spiegato la sua motivazione: “Voleva fare beneficenza – spiega il legale – è una fervente cattolica, ci teneva, e solo lo scorso aprile si è resa conto di quello che era successo, che la sua beneficenza non era andata a buon fine”.

A condividere le ragioni della signora Adriana ci sono anche due associazioni di consumatori, Casa del consumatore e Adicu, che hanno chiesto di costituirsi parte civile, ma va da sé che la combattiva signora sia ormai l’idolo di quanti si sono ritenuti offesi dall’ormai famoso “errore di comunicazione”  di Ferragni, con cui è in corso un tentativo di conciliazione con i legali dell’influencer, per danni quantificati in circa 500 euro.

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L’imprenditrice digitale, che ha già affrontato la questione sul piano amministrativo con donazioni e pagamenti per 3,4 milioni, aveva precedentemente dichiarato: “Credevo sinceramente che non servisse un processo per dimostrare di non aver truffato nessuno”, Aveva poi aggiunto: “Farò tutto ciò che è in mio potere per far valere le mie ragioni e dimostrare la mia innocenza”. La prossima udienza è fissata per il 4 novembre, quando il giudice deciderà sull’ammissione delle parti civili.