Perché trascuriamo la causa principale del cambiamento climatico, quando sappiamo qual è?

I dati a disposizione non mancano, eppure le testate internazionali non fanno molta menzione dei principali motivi dietro l'inquinamento.

Perché trascuriamo la causa principale del cambiamento climatico, quando sappiamo qual è?

Gli allevamenti sono riconosciuti da innumerevoli fonti autorevoli come una delle principali – quando non la principale – cause di emissione di gas serra (e quindi di inquinamento e cambiamenti climatici), eppure non ne parliamo abbastanza. L’ente non profit Sentient, che analizza le conseguenze degli allevamenti intensivi su clima, animali, esseri umani e altri fattori ancora, si è preso la briga di esaminare lo spazio mediatico dedicato proprio a questo tema, e i risultati sono pessimi.

Secondo il report, oltre il 96% delle testate prese in esame ha recentemente omesso di citare la carne o gli allevamenti come causa dei cambiamenti climatici. Dal Washington Post al The Guardian, l’argomento sembra trovare davvero poco spazio tra le righe dei giornali (in questo caso statunitensi, ma non ci aspetteremmo risultati troppo diversi se una simile analisi fosse effettuata nello Stivale).

Il silenzio sugli allevamenti intensivi come causa di inquinamento

allevamento

Sebbene le percentuali oscillino da una fonte all’altra, la produzione di cibo è universalmente considerata come una delle principali cause dei cambiamenti climatici e dell’emissione di gas serra (circa un terzo delle emissioni complessive).

Fra tutti gli alimenti, la carne è quella che senza ombra di dubbio ha il maggiore impatto, come confermato dalle Nazioni Unite, che indicano la carne di manzo come la principale responsabile dell’emissione di gas serra (70,6 chili di gas serra per un chilo di carne prodotto, contro 3,2 – giusto per dare un’idea – del tofu).

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Lo studio “Impatti ambientali della produzione di cibo”, pubblicato nel 2022 su Our World in Data, all’interno della macro-fetta “cibo” come causa di inquinamento, attribuisce il 31% direttamente ad allevamenti di carne e pesce, oltre ad altre cifre indirette legate ad esempio al consumo di suolo. Giusto per dare un’idea dei numeri.

Eppure l’argomento continua a non essere fra i più discussi. A gettare luce sulla questione è Sentient, che con l’aiuto dell’intelligenza artificiale e di precise categorizzazioni, ha analizzato 940 articoli recenti di 11 testate diverse (principalmente a stelle e strisce) relativi a notizie sul clima.

Di questi, solo 36 hanno citato e contestualizzato la produzione di carne in correlazione ai cambiamenti climatici. Un dato parziale e geograficamente ristretto, che però ci dà la cifra di quanto la tematica sia poco trattata e approfondita, nonostante tutti gli studi e i dati di cui siamo ben consapevoli.