Pescara, assorbente fuori posto al supermercato: licenziata la direttrice, lei si difende, ma non è un caso isolato

A Pescara la direttrice del supermercato licenziata per un assorbente fuori posto adesso si difende: le sue parole sono state travisate.

Pescara, assorbente fuori posto al supermercato: licenziata la direttrice, lei si difende, ma non è un caso isolato

Prosegue la vicenda di quel supermercato di Pescara dove la direttrice del personale aveva minacciato le dipendenti a causa di un assorbente fuori posto. La donna, dopo essere stata licenziata, ora si difende: le sue parole sono state travisate.

Tutto sarebbe accaduto lo scorso 14 aprile quando Carla Di Tecco, la direttrice del supermercato Conad di via del Circuito a Pescara, aveva inviato questo messaggio vocale sulla chat di gruppo del personale: “Voglio il nome e cognome di chi oggi ha il ciclo mestruale, ok? Sennò gli calo le mutande io. Questa storia deve finire…”.

supermercato

La donna si riferiva al fatto di aver trovato un assorbente fuori dal cestino del bagno del personale. Le responsabili dei reparti hanno così deciso di seguire alla lettera la sua richiesta e hanno chiesto alle 12 dipendenti di mostrare gli slip.

Ovviamente la maggior parte di loro si è rifiutata di farlo, segnalando poi il fatto al sindacato Filcams Cgil di Pescara. Risultato? Conad ha deciso di sanzionare la Di Tecco licenziandola.

Tuttavia, adesso, la donna ha deciso di difendersi e su Repubblica ha spiegato che la vicenda è stata del tutto travisata. Quel messaggio vocale era solamente un suo sfogo, solo che è stata presa alla lettera. Lei non ha mai dato ordini di fare perquisizioni corporali, ma ha solo chiesto di scoprire chi fosse stata.

Il turno durante il quale l’assorbente sporco era stato trovato fuori posto in bagno aveva appena smontato: era il turno del mattino e non avrebbe avuto senso controllare le dipendenti del pomeriggio.

Tuttavia il sindacato è di parere diverso ed ha segnalato un precedente. Nel 2020 la Di Tecco, infatti, era stata rinviata a giudizio con l’accusa di estorsione verso un dipendente. Secondo il pm, la donna avrebbe “violentato psicologicamente e logorato” un dipendente al punto di costringerlo a dimettersi. Il ragazzo è poi riuscito a ottenere un risarcimento dal tribunale del lavoro, decidendo di non costituirsi nel processo penale che adesso andrà avanti d’ufficio.

Tornando alla questione attuale, secondo il sindacato la direttrice avrebbe minacciato di applicare “contestazioni disciplinari e mancati rinnovi dei contratti a tempo determinato”.

Alla fine Conad ha deciso di licenziarla ritenendo inaccettabile un comportamento del genere. Per quanto riguarda le altre dipendenti, anche se la direttrice è andata via, rimangono ancora alle dipendenze della società privata del punto vendita di Pescara che, tecnicamente, appartiene alla direttrice.

Rimane da capire, ora, se la casa madre, come da contratto con le filiali locali, deciderà di stoppare il rapporto fra il punto vendita e i marchi.