Peste suina africana a Roma: trovate 14 carcasse di cinghiali

Si aggrava la situazione della peste suina africana a Roma: sono state trovate 14 carcasse di cinghiali morti.

Peste suina africana a Roma: trovate 14 carcasse di cinghiali

Continua l’allarme peste suina africana a Roma: solamente ieri, infatti, sono state trovate altre 14 carcasse di cinghiali morti. Per questo motivo la Regione Lazio ha deciso di dare il via libera agli abbattimenti selettivi nel tentativo di contenere la diffusione del virus.

Su 16 campioni finora esaminati, tutti provenienti dalla stessa area della zona rossa, sono saltati fuori due nuovi casi sospetti. Nel frattempo, grazie a un’ordinanza della Regione Lazio, è iniziata l’installazione delle reti metalliche per impedire che i cinghiali possano arrivare in città, nella zona di Roma nord (anche perché a rischio sono 50mila maiali d’allevamento). Per la conferma definitiva, tuttavia, bisognerà attendere il responso dell’Istituto Zooprofilattico di Perugia.

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La paura, adesso, è che l’epidemia possa valicare il Grande Raccordo anulare, diffondendosi poi a macchia d’olio.

Ci si chiede, però, quale sia l’origine di questo focolaio. L’ipotesi è che sia differente rispetto a quella dei focolai in Piemonte e Liguria: il problema potrebbero essere i rifiuti mangiati dagli animali.

Gli animalisti, ovviamente, non sono d’accordo con questa politica degli abbattimenti selettivi e chiedono che vengano attuate “misure scientifiche” cioè di lavorare sul problema dei rifiuti.

Per quanto riguarda le reti, appare evidente che non sia una misura sufficiente. Nella zona di Roma, per esempio, si contano almeno 20mila esemplari e alcuni di essi sono stati visti ai Parioli e a Trieste-Salario, vicino al centro. Impensabile, dunque, poter recintare tutto. Per questo motivo il Campidoglio sta pensando di ingabbiare i cassonetti della zona rossa (al momento si tratta di un’area di 5.000 ettari dove, fra l’altro, sono vietati i pic nic ed è vietato dar da mangiare agli animali).