Polli: le aziende di fast food non rispettano il benessere dei volatili

Secondo l’associazione World Animal Protection le grandi aziende del fast food non rispettano per niente il benessere e la salute dei polli.

Polli: le aziende di fast food non rispettano il benessere dei volatili

L’associazione World Animal Protection ha diramato il report annuale The Pecking Order realizzato insieme ad Animal Equality. Ebbene, dal report emerge che le grandi aziende del fast food non rispettano gli impegni presi in merito alla tutela del benessere e della salute dei polli.

L’analisi ha interessato 19 aziende presenti in Italia, Germania, Francia, Spagna e Croazia. Il report spiega che, sì, alcuni progressi ci sono stati, ma i punteggi ottenuti sono estremamente bassi. E questo anche perché l’89% dei grandi marchi non ha preso nessun impegno per quanto riguarda il benessere dei polli da carne.

In Italia, per esempio, sono state esaminate sette aziende con risultati deludenti. McDonald’s, Burger King, Starbucks e Dussman ottengono un “molto scarso”, KFC raggiunge un “scarso”, Subway un “primo inizio” e Ikea “progressi in corso”.

polli

I dati parlano chiaro: alcune delle principali aziende alimentari del mondo stanno facendo finta di niente in merito alla crudeltà sugli animali presente nella loro catena di approvvigionamento.

Il report valuta le aziende tramite due voci:

  1. Impegni e Obiettivi: criteri specifici individuati dall’European Chicken Commitment nell’UE (in pratica quello che le aziende si propongo di fare)
  2. Rendicontazione delle prestazioni (in pratica quello che le aziende fanno davvero)

Nessuna delle aziende esaminate ha ricevuto i punteggi dei livelli più alti che sono Leader (livello 1), Buono (livello 2) e In fase di sviluppo (livello 3). Gli altri livelli sono Un primo inizio (livello 4), Scarso (livello 5) e Molto scarso (livello 6).

Secondo gli autori del report, la maggior parte delle carni di pollo che viene servita in questi fast food proviene da polli che vivono in ambienti affollati, non salubri e senza luce naturale. Molti animali presentano zoppie gravi e lesioni della cute. Ma non solo: bisogna considerare anche l’uso eccessivo di antibiotici che mette a rischio la salute umana a causa della creazione di batteri resistenti.

Andando a vedere a livello globale, i punteggi più alti li hanno ottenuti Domino’s Australia, Subway Canada, Starbucks USa e Subway USA che, comunque, raggiungono solamente il livello 4.

E in Italia? Beh, siamo alquanto indietro. Germania e Francia raggiungono punteggi medi del 40%, mentre l’Italia è ferma a un 16%. Anche quando le aziende assumono impegni in tal senso, poco fanno poi per metterli davvero in pratica.

Andando a vedere la classifica, in Italia Burger King Italia, Starbucks Italia, Dussman e McDonald’s Italia si fermano al sesto livello, con i primi tre che sono rimasti fermi allo 0% (sia per impegni e obiettivi che per rendicontazione delle prestazioni), mentre McDonald’s raggiunge una media del 20% (23% per impegni e 17% per rendicontazione). KFC arriva al quinto livello, con un risultato del 44% (31% per impegni e 57% per rendicontazione), mentre al quarto livello troviamo solo Subway Italia con un 50% (100% impegni e 0% rendicontazione). Terzo livello per Ikea, con un punteggio del 67% (100% impegni e 0% rencidontazione).

Alla luce di tali faii la World Animal Protection e Animal Equality chiedono di cambiare le cose. Per esempio si potrebbero usare razze a lento accrescimento. Quelle a rapida crescita, infatti, fanno sì che i polli crescano troppo velocemente in sole sei settimane. Questo, unito ai problemi di sovraffollamento, agli scarsi spazi per muoversi e ai bassi livelli di luce, portano a problematiche come zoppie, debolezza muscolare e insufficienza cardiorespiratoria.