Pozzuoli, l’accusa all’ex sindaco: consegnava buoni pasto in cambio di prestazioni sessuali

L'ex sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, è indagato per aver consegnato dei buoni pasto in cambio di prestazioni sessuali.

Pozzuoli, l’accusa all’ex sindaco: consegnava buoni pasto in cambio di prestazioni sessuali

L’ex sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia si trova a fare i conti con una nuova accusa portata avanti dalla Procura per concussione e peculato: stando a quanto ipotizzato, infatti, pare che Figliola abbia consegnato a una donna in ristrettezze economiche alcuni buoni pasto Covid-19 in cambio di prestazioni sessuali consumate proprio nel suo ufficio in Comune. La contestazione si basa su quanto emerso dalle registrazioni effettuate dalle microspie e dalle telecamere nascoste dagli investigatori della squadra mobile, che di fatto sono impegnati nelle indagini in collaborazione con la Guardia di Finanza; ma è opportuno sottolineare che l’inchiesta si trova tuttora nella sua fase iniziale.

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Stando alla primissima ricostruzione della Procura l’allora primo cittadino era solito accogliere la donna in questione, che come accennato versava in gravi difficoltà economiche (e che già percepiva il reddito di cittadinanza), nel suo stesso ufficio all’interno del Comune: qui, in cambio di prestazioni sessuali, le consegnava alcuni buoni spesa prelevandoli direttamente dal suo cassetto. Pare che Figliolia fosse perfettamente consapevole del disagio finanziario della donna – il che spiega l’accusa per concussione sessuale – e ne avesse abusato in almeno tre occasioni.

Sempre facendo riferimento alle prime ricostruzioni pare che Figliolia avesse anche tentato di favorire uno “sconto sulla spesa delle prestazioni sanitarie” in cambio di prestazioni sessuali – una richiesta a cui la donna avrebbe poi ceduto. L’ex sindaco è assistito dall’avvocato Luigi De Vita, e potrà fornire la propria versione dei fatti solamente nei prossimi passaggi dell’inchiesta: chi gli è vicino, però, assicura la sua innocenza.