Pranzo di Natale: otto Italiani su dieci riutilizzano gli avanzi

Chi non mangia gli avanzi del pranzo di Natale a Santo Stefano? Se non lo fate, fate parte del 2% della popolazione, o più facilmente state mentendo.

Pranzo di Natale: otto Italiani su dieci riutilizzano gli avanzi

La tradizione delle tradizioni di Natale, diciamoci la verità, è quella degli avanzi, tanto che otto Italiani su dieci, in questi giorni, sono lì a smangiucchiare quello che è rimasto della cena precedente.

Di più: ogni giorno che passa, durante le feste, si riparte a cucinare, e contemporaneamente si portano in tavola le nuove portate accompagnate dai rimasugli di insalata russa, vitello tonnato, pasta al forno e compagnia bella fino a esaurimento scorte. Un loop tragicomico che rende le feste una sorta di meraviglioso girone dantesco. Ed è la stessa cosa per il 79% degli Italiani, che – secondo un’indagine Coldiretti/Ixe’ – a Santo Stefano trovano a tavola gli avanzi di cenoni e pranzi di Natale.

Non tutti, in realtà: c’è un parsimonioso 11% che ha messo tutto in freezer per utilizzarlo nelle prossime settimane. Solo nell’8% delle famiglie non è avanzato niente mentre solo l’1% dona il cibo in eccesso in beneficenza e altrettanti dichiarano di buttare i resti del pranzo o del cenone nel bidone.

Avanzi del panettone, torta

Un’alternativa molto diffusa alla conservazione in frigo – sottolinea Coldiretti – è la “trasformazione” degli avanzi in nuovi piatti, con la cosiddetta cucina del giorno dopo. Polpette o polpettoni a base di carne o tartare di pesce sono ottime soluzioni per recuperare il cibo del giorno prima, ma anche le frittate possono dare un gusto nuovo ai piatti di verdura o di pasta. L’importante, quest’anno, è che sia tutto igienizzato e diviso fra pochi intimi, preferibilmente tutti tamponati.