Prosecco, Dino Giarrusso interviene al Parlamento Europeo ma non conosce l’inglese

Giarrusso interviene in una seduta del Parlamento Europeo per parlare del Prosecco ma rinuncia dopo che gli viene chiesto di parlare inglese.

Prosecco, Dino Giarrusso interviene al Parlamento Europeo ma non conosce l’inglese

Durante una seduta del Parlamento Europeo, l’eurodeputato del MoVimento 5 Stelle Dino Giarrusso è intervenuto per trattare della salvaguardia e della tutela del Prosecco in riferimento all’ormai iconica diatriba con il croato Prosek. Dopo appena poche parole, tuttavia, ecco che viene interrotto.

Poiché Giarrusso non può attivare la telecamera (l’eurodeputato si è connesso da remoto con un iPhone, la cui telecamera non pare essere compatibile con il software utilizzato dal Parlamento), infatti, viene informato che il suo intervento non sarà tradotto in simultanea in lingua inglese. Pertanto, per continuare l’intervento, Giarrusso è costretto a parlare in inglese. E ci prova, ma il tentativo regge solo per qualche parola: in pochi secondi le indecisioni diventano troppo grandi, e le parole finiscono per essere sostituite da balbettii. A questo punto, Giarrusso chiede di poter fare l’intervento in italiano, poiché gli è impossibile tradurlo al volo. Purtroppo, però, questo non è possibile per ragioni tecniche, e l’eurodeputato è costretto a rinunciare all’intervento.

prosecco

L’intera vicenda è stata pubblicata su Twitter da Selvaggia Lucarelli, e (com’era prevedibile) il popolo internettiano ha immediatamente imbracciato torce e forconi prendendo poi a insultare l’eurodeputato. Giarrusso, però, ha voluto immediatamente chiarire la sua posizione: “A un minuto dall’intervento mi è stato comunicato che lo avrei fatto solo in audio per questo problema che è loro, non mio.” ha scritto in una replica indirizzata a Open. “Nessuno mi ha avvisato contestualmente che i traduttori non accettano di tradurre se non vedono il labiale.”

Dopo essersi accorto di quanto fosse difficile tradurre l’intero intervento in inglese restando nei 60 secondi obbligatori, Giarrusso ha quindi chiesto di parlare in italiano come diritto inalienabile da regolamento europeo. Richiesta che, come abbiamo visto, è stata negata. “Sono tornato in parlamento furioso, altro che rinuncia, protestando vivacemente e ho scritto una lettera al presidente di commissione Vins e a Sassoli, perché MI È STATO NEGATO UN DIRITTO per un DIFETTO SOFTWARE DEL PARLAMENTO, non affatto per colpe mie” conclude l’eurodeputato, amareggiato dalla quantità di insulti e violenza verbale rivolta al suo indirizzo.