Protesta del latte: nuovo assalto armato, mentre si tratta il prezzo al litro

Protesta del latte: nuovo assalto armato, mentre si tratta il prezzo al litro

In Sardegna prosegue la protesta del latte. Durante le prime ore del mattino, nella zona di Sassari, c’è stato un assalto armato a una cisterna del latte: l’autotrasportatore è illeso, è stato costretto a scendere dal mezzo e ad allontanarsi.

È successo oggi, proprio nel giorno in cui in Prefettura a Sassari si apre il tavolo tecnico sul prezzo del latte, incontro che vedrà schierarsi da una parte i pastori sardi e dall’altra i trasformatori. Dura la replica di Matteo Salvini: “Questi delinquenti non hanno niente a che fare coi pastori, con la loro fatica, la loro protesta e le loro ragioni. Questi sono solo dei criminali. E come tali saranno trattati”.

Protesta del latte: nuovo assalto nella zona di Sassari

Tutto è accaduto nelle prime ore del mattino. A Nule, in provincia di Sassari, c’è stato un assalto armato a una cisterna del latte. Il conducente del mezzo è stato obbligato da due uomini armati e a volto coperto a fermarsi e ad allontanarsi dal veicolo. Secondo quanto rivelato, i due uomini avrebbero puntato le armi contro il conducente, che, una volta sceso, è stato allontanato dal mezzo ed è stato legato ad un albero.

Successivamente gli uomini hanno incendiato la cisterna, ma a differenza delle altre volte, il latte non è stato sversato per terra. Questo spiega, probabilmente, che gli aggressori stanno cercando di colpire le aziende e non i singoli pastori. Tuttavia, anche questa metodica di protesta influisce sui pastori: il latte non viene pagato fino a quando non entra negli stabilimenti di trasformazione. Subito sul luogo, poi, sono arrivati i Vigili del Fuoco e i Carabinieri della Compagnia di Bono.

Si tratta solamente dell’ultimo assalto di quella che è diventata nota come la protesta del latte. Da protesta pacifica, sta diventando una lotta sempre più violenta, tanto che le procure sarde si stanno occupando delle prime denunce, anche relative al blocco delle autocisterne per far buttare via il latte raccolto. Questo è il secondo assalto armato in pochi giorni: il primo è avvenuto domenica scorsa, quando due uomini armati e a volto coperto hanno bloccato un’autocisterna del latte, sversando il latte per terra prima che questa arrivasse al caseificio Pinna di Thiesi, vicino a Sassari.

Protesta del latte: dura la replica di Matteo Salvini

Non si è fatta certo attendere la replica di Matteo Salvini, ministro dell’Interno, in merito a questa vicenda: “Questi delinquenti non hanno niente a che fare coi pastori, con la loro fatica, la loro protesta e le loro ragioni. Questi sono solo dei criminali. E come tali saranno trattati”. Inoltre Salvini ha anche dichiarato che convocherà i pastori sardi al Viminale in settimana.

Anche Christian Solinas, Governatore eletto, parla di interventi immediati, non appena si sarà insediato ufficialmente: “Per il mondo agropastorale servono soluzioni di sistema. Appena sarò nel pieno dei poteri sarà mia cura convocare le parti interessate per arrivare a una soluzione della vertenza sul latte. Abbiamo in mente un piano che comprenda investimenti in viabilità ed elettrificazione rurale”.

Protesta del latte: il punto della situazione

Ma a che punto è arrivata la trattativa? Bisognerà aspettare la tarda mattina, quando in prefettura, a Sassari si terrà l’incontro fra pastori, trasformatori, industriali e organizzazioni di categoria. L’ordine del giorno sarà: “La definizione di una metodologia relativa ai prezzi finali dei prodotti correlando il prezzo del latte alle dinamiche del mercato del formaggio (Dop sarde)”.

Fra le parti in causa c’è stato un certo cauto avvicinamento, ma siamo ancora lontani dal raggiungimento di un accordo. La prima bozza di accordo siglata a Cagliari, insieme al ministro Centinaio, prevedeva una proposta di 72 centesimi al litro. Tuttavia i pastori e gli allevatori hanno alzato il tiro a 80 centesimi, in modo da arrivare a 1 euro a fine stagione.

Nel frattempo, Governo e Regione Sardegna hanno stanziato circa 50 milioni di euro per abbattere le scorte di pecorino romano, permettendo così un aumento del prezzo del latte di pecora.

[Crediti | Ansa]