Puglia, allarme siccità: persi 14 milioni di metri cubi d’acqua in una settimana

Coldiretti lancia un nuovo allarme siccità in Puglia: in una settimana sono stati persi 14 milioni di metri cubi d'acqua.

Puglia, allarme siccità: persi 14 milioni di metri cubi d’acqua in una settimana

Ricordate che a giugno gli agricoltori pugliesi avevano richiesto lo stato di calamità a causa della siccità? Ebbene, adesso in Puglia Coldiretti lancia di nuovo l’allarme siccità: in una sola settimana sono stati persi 14 milioni di metri cubi d’acqua.

Coldiretti Puglia ha rivelato alcuni dati rilasciati dall’Osservatorio ANBI e inerenti lo stato delle riserve idriche: i bacini pugliesi continuano a ridursi visto che la regione non vede piogge da circa 4 mesi. E questo provoca danni per più di 70 milioni di euro l’anno per quanto riguarda le produzioni agricole.

Il problema è aggravato dal fatto che, per via della siccità e dell’aumento dei livelli del mare, l’infiltrazione di acqua salata lungo il corso dei fiumi (definita come “risalita del cuneo salino”) fa sì che le risorse idriche residue siano sempre più inutilizzabili.

Il presidente di Coldiretti Puglia Savino Miraglia ha spiegato che i pozzi freatici non hanno acqua, mentre dai pozzi artesiani c’è il rischio di prelevare acqua salmastra. Per questo motivo secondo Coldiretti è necessario sfruttare adeguatamente le risorse presenti nel programma di interventi idrici e riassetto dei territori previsto per i prossimi anni.

Soprattutto bisogna concentrarsi sulla transizione verde in modo da risparmiare il 30% delle acque per l’irrigazione. Inoltre in questo modo verrà anche diminuito il rischio di frane e alluvioni, ci sarà maggior disponibilità idrica in caso di incendi, il valore paesaggistico dei territori sarà aumentato, la sicurezza alimentare italiana verrà migliorata e si potrà procedere anche con gli obiettivi di produzione idroelettrica per ridurre le emissioni entro il 2030, così come chiesto dall’Unione Europea.

Un’altra richiesta di Coldiretti al Governo è anche quella relativa al reinserimento nel Pnrr del miliardo di euro destinato alle forestazioni pedecollinari e i 500 milioni necessari per la digitalizzazione delle reti idriche.