Puglia: deroga per i cacciatori, possono spostarsi fra comuni in zona arancione

In Puglia gli ambientalisti sono infuriati a causa della deroga per i cacciatori che possono spostarsi liberamente fra comuni in zona arancione.

Puglia: deroga per i cacciatori, possono spostarsi fra comuni in zona arancione

In Puglia sta facendo infuriare gli ambientalisti la deroga concessa ai cacciatori: possono liberamente spostarsi fra comuni in zona arancione.

Il governatore Michele Emiliano ha stabilito, tramite apposita ordinanza, che anche se la Puglia è zona arancione, quindi con divieto di spostarsi fra comuni, ecco che è possibile farlo per andare a caccia. Tuttavia le associazioni ambientaliste non ci stanno e a partire dal Criaa (Coordinamento regionale interassociativo per la tutela ambientale e animale) hanno denunciato la situazione.

L’ordinanza in questione, la numero 5 del 2021, permette in pratica ai cacciatori di oltrepassare i confini del comune qualora vadano a caccia, pur essendo la regione in zona arancione. Questo perché lo svolgimento dell’attività venatoria è un’attività giustificata dallo “stato di necessità” per garantire un equilibrio faunistico-venatorio, limitare i danni alle colture e i potenziali pericoli per l’incolumità pubblica.

Secondo il Criaa, però, questo “stato di necessità” non esiste: non è comprovato da dati oggettivi che indichino un rischio imminente, nonché la reale capacità dell’attività di caccia di risolvere l’emergenza. Inoltre, se ci fosse un effettivo rischio, dovrebbero essere cacciate solamente le specie dannose o pericolose.

Anche Sara Leone, responsabile provincia Lav Bari, rincara la dose: si parla di rischio per specie dannose o pericolose, ma poi si applica il ripopolamento. Questa ordinanza, così come è stata formulata, sembra solamente un provvedimento ad hoc per tutelare la categoria dei cacciatori. Il che crea una situazione assurda visto che molte categorie stanno soffrendo per le limitazioni imposte dalla normativa relativa alla pandemia.

Per tutti questi motivi, dunque, le associazioni chiedono di ritirare l’ordinanza.