Puglia: ora frutta e verdura è minacciata dai parrocchetti monaci

La Puglia è alle prese con stormi di parrocchetti monaci voraci: frutta, verdura e coltivazioni sono a rischio. Si cercano rimedi, ma per ora si usano cannoni dissuasori.

Puglia: ora frutta e verdura è minacciata dai parrocchetti monaci

Nuovi problemi in Puglia: frutta e verdura minacciata da parrocchetti monaci. Non c’è pace per le coltivazioni della regioni: cinghiali, xylella e ora questo, l’arrivo di stormi voraci di parrocchetti monaci. Questi teneri pappagalli verdi, unica specie del Myiopsitta Bonaparte, hanno deciso di prendere di mira frutta e verdura in Puglia. Gli agricoltori sono disperati, non si riesce ad arginare il fenomeno. E mentre si cercano nuove soluzioni per bloccare l’orda, al momento tutto quello che si riesce a fare è usare dei cannoni dissuasori.

Tutto è iniziato in sordina a Molfetta, poi il problema si è prima esteso ai comuni di Bitonto e Giovinazzo. Poi è rrivato anche a Bisceglie, Palese, Santo Spirito, Bitetto, Palo del colle, Grumo Appula e Binetto, fino ad arrivare all’Alta Murgia. Luigi Cuoccio, un agricoltore di Bitonto, ha spiegato che non si sa da dove sia nato precisamente questo fenomeno. Tutto pare che sia nato una decina di anni fa quando un camion che trasportava animali ha avuto un incidente sulla statale Adriatica 16, proprio nel tratto fra Bitonto e Molfetta. Alcune delle gabbie di pappagalli contenute nel veicolo si aprirono e i parrocchetti fuggirono via, riproducendosi poi in natura.

Allo stato attuale delle cose, i voraci parrocchetti non risparmiano praticamente nulla. Si mangiano le mandorle (prendono la mandorla lasciando il mallo attaccato alla pianta), divorano albicocche e ciliegie, mangiano fave e piselli. A questo bisogna poi aggiungere il fatto che gli stormi lasciano sugli ortaggi tantissimi escrementi, rendendo di fatto i prodotti invendibili.

Secondo Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia, questi parrocchetti monaci vanno considerati alla stregua degli stormi di pappagalli che distruggono periodicamente gli ulivi, provocando un danno del 30-60% agli agricoltori. Muraglia ha una sua ipotesi sul perché accada tutto questo: il caldo anomalo avrebbe tropicalizzato il clima, trasformando questa specie protetta da migratoria a stanziale. E mette in guardia: sottovalutare il problema sta creando danni enormi.

Ma come proteggersi da questi pappagalli? Si stanno studiano dei rimedi, ma per ora tutto quello che si riesce a fare è usare dei cannoni dissuasori caricati a salve: sono programmati con un timer e servono per allontanare i pennuti dai frutteti, un po’ come si fa già con i corvi. Ma a quanto pare non è sufficiente.