Quand’è che bere alcol diventa pericoloso per la salute del cervello?

Bere alcol non fa bene, e sostenere il contrario significa essere disonesti. Ma ci sarà un limite entro cui la salute non viene compromessa, no?

Quand’è che bere alcol diventa pericoloso per la salute del cervello?

È inutile negarlo: c’è una certa convenienza nel convincersi che il proverbiale bicchiere al giorno faccia bene. Nel calice c’è del piacere, convivialità, cultura – i luoghi comuni si sprecano, converrete. C’è anche del pericolo per la salute, però, e ignorarlo significa essere disonesti. Bere alcol fa male: è un fatto. Ma ci sarà un limite entro cui vale il liberi tutti, no?

Un recente studio condotto dall’Università di Oxford, dall’Università di Yale e dall’Università di Cambridge ha preso in esame i dati di oltre mezzo milione di adulti di età compresa tra 56 e 72 anni attraverso il Million Veteran Program degli Stati Uniti e la Biobank del Regno Unito.

Durante lo studio, i partecipanti hanno risposto a domande sul loro consumo di alcol fino al momento in cui hanno ricevuto una diagnosi di demenza, si sono sottoposti a una visita di controllo con esito negativo o sono deceduti. I risultati parlano chiaro: non esiste una quantità di alcol sicura per la salute del cervello: anche il consumo moderato è stato associato a un rischio maggiore di demenza e/o danni cerebrali misurabili.

Ma in che modo l’alcol aumenta il rischio di demenza?

bottiglia vino

Largo ai dati, dunque: il 90% del campione ha dichiarato di aver consumato dell’alcol durante il periodo in esame e a oltre 14.500 individui è stato diagnosticato un declino progressivo delle funzioni mentali. I ricercatori hanno poi utilizzato l’analisi genetica per esaminare le probabilità che i partecipanti consumassero alcol anche prima dell’inizio dello studio, e concluso che anche coloro che consumavano quantità moderate di alcol (da uno a tre drink la settimana) avevano un rischio maggiore del 15% di sviluppare danni cognitivi.

Gli scienziati hanno spiegato che il consumo (anche moderato) di alcol favorisce infiammazione, stress ossidativo e accumulo di proteine tossiche come la beta-amiloide – fattori notoriamente implicati nella demenza e altre patologie celebrali simli.

Allo stesso tempo, l’alcol può compromettere “i sistemi di neurotrasmissione dell’acetilcolina e del glutammato nell’organismo, che sono fondamentali per la memoria e l’apprendimento”, favorendo – su un lungo periodo, come quello preso in esame dallo studio – l’atrofia celebrale, soprattutto in regioni essenziali per le funzioni cognitive. E poi c’è la questione del sonno.

L’alcol è in grado di intaccare la durata e la qualità della fase REM, essenziale per il consolidamento della memoria e della regolazione emotiva: applicando quanto appena visto a un consumo a lungo termine è possibile svilupare problemi di memoria, lentezza nell’elaborazine cognitiva e difficoltà nel problem solving.