In tempi di crisi e di rincari nella ristorazione, mangiare fuori casa è diventata una voce sempre più ingombrante nel bilancio familiare: tanto che ad occuparsi del tema non ci sono più solo guide e testate gastronomiche, ma anche aziende del settore fintech. È il caso di Bravo, azienda internazionale di origine spagnola, specializzata, manco a dirlo, nella gestione dei casi di sovraindebitamento dei consumatori.
Secondo la loro analisi, chi si porta il pranzo da casa può risparmiare in media 263€ al mese, che si traducono in circa 3.156€ su base annua. Questo risparmio, che può arrivare fino a circa 3.200€ all’anno, equivale quindi a quasi due mesi di busta paga, se confrontato con lo stipendio medio netto mensile in Italia, che si attesta tra i 1.700 e i 1.850€.
La schiscetta come rimedio anti-crisi

Pranzare fuori può arrivare a costare addirittura circa il 20% del reddito lordo mensile, e confrontando i costi con la “schiscia”, la differenza di costo è evidente: un pasto fuori (comprendente un piatto di pasta, acqua e caffè) costa in media 16€ al Nord e 13€ al Sud.
Al contrario, la spesa per prepararsi un pranzo a casa è stimato in appena 1,7€ per porzione: costo calcolato sulla base dei prezzi medi nazionali degli ingredienti per una porzione (pasta secca, passata di pomodoro, Parmigiano Reggiano, caffè da macchinetta e acqua da distributore), mentre il calcolo del risparmio si basa su 21 giorni lavorativi al mese.
Dove si risparmia di più con il pranzo da casa

In termini di risparmio assoluto, le città dove portarsi il pranzo da casa fa risparmiare di più sono concentrate al Nord. Milano, Monza-Brianza, Parma, Modena e Bologna guidano con un risparmio annuo di 3.630€ ciascuna. Le regioni che mostrano il risparmio più alto sono Lombardia, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna (3.427€), seguite da Liguria e Trentino-Alto Adige (a circa 3.500€).
Le regioni meridionali (Puglia, Sicilia e Sardegna) si trovano in fondo alla classifica, attestandosi su 2.760€ all’anno, con un divario di quasi 670€ rispetto alle regioni del Nord. Il minor risparmio al Sud in valore assoluto è dovuto principalmente al costo più basso della ristorazione locale, sebbene il risparmio resti significativo rispetto al reddito.
Analizzando il risparmio non in valore assoluto, ma in percentuale sulla retribuzione mensile lorda, la classifica si ribalta completamente: Vibo Valentia conquista il primo posto, dove chi si porta il pranzo risparmia il 22,3% della propria busta paga. Seguono Grosseto (21,5%) e Imperia (21%). Queste sono le città dove la rinuncia al pranzo fuori ha l’impatto più significativo sul bilancio familiare in termini relativi. Milano, pur essendo in testa per risparmio assoluto, si posiziona ultima nella classifica percentuale, con appena il 10,8%, a causa di una busta paga media più alta.
Santiago Onate Verduzco, Country Manager di Bravo in Italia, ha evidenziato come l’educazione finanziaria spesso non riguardi gli investimenti o i grandi prestiti, ma le piccole scelte quotidiane: “Portarsi il pranzo da casa può sembrare un gesto banale, ma si traduce in un risparmio annuale pari a quasi due mesi di stipendio”.
