Quanto sono costati, fino ad ora, i dazi USA al vino italiano

Parliamo di numeri, di vino, e dell'agroalimentare tutto: quanto ci stanno costando i dazi? L'UIV ha elaborato gli ultimi dati sulle importazioni delle dogane USA.

Quanto sono costati, fino ad ora, i dazi USA al vino italiano

Da una manciata di mesi a questa parte vino fa rima con dazi, e viceversa. Spada a stelle e strisce, ma lunga abbastanza da attraversare tutto l’Oceano e raggiungere il Vecchio Mondo: basti chiedere ai produttori, che fino all’ultimo sono rimasti alla finestra nella speranza di una pietà. Che non è mai arrivata, beninteso.

Trattasi di ragione di Stato. A causa dazi i coniglietti della Lindt traslocano e la Cina si sfrega le mani. Lollobrigida tenta una difesa brandendo una fetta di bresaola. E l’Osservatorio Unione Italiana Vini (Uiv) fa i conti, pubblicati nelle ultime ore. Insomma: che dicono ‘sti excel?

La legge del numero, per il vino ma non solo

vino

Secondo i dati elabraoti dall’Osservatorio, dal semaforo verde definitivo ai dazi di fine luglio, i vini italiani hanno subito tariffe aggiuntive pari a 61 milioni di dollari, circa un terzo rispetto al totale import di prodotti provenienti dall’estero. Meglio (o peggio, che dipende dai punti di vista) di noi c’è solo la Francia, con 62,5 milioni di dollari.

In Italia produciamo troppo vino In Italia produciamo troppo vino

L’Uiv sottolinea che nel “mese di luglio il vino italiano negli Usa è arrivato con prezzo medio ribassato (-13,5%) per rimanere competitivo anche una volta passato sotto la gogna delle tariffe”; ma che ciononostante in diversi punti vendita d’Oltreoceano si registrano aumenti di prezzo. Lamberto Frescobaldi, presidente UIV, ha qualcosa da dire in merito.

“Ci risulta che i prodotti allo scaffale facciano parte degli stock pre-dazi accumulati nei primi mesi dell’anno” ha spiegato. “Dispiace, perciò, assistere ad aumenti che non hanno ragion d’essere. Speculazioni di alcuni che non aiutano le nostre imprese, ma nemmeno i partner del trade statunitense che si oppongono anch’essi alle tariffe”. Benone, questo il vino. E il resto?

Secondo l’analisi dell’ufficio studi di Cia-Agricoltori Italiani l’agroalimentare italiano tutto ha perso 600 milioni di euro su base annua. Ancora una volta le dichiarazioni sono dense di segni in rosso: il flusso in export è in calo per il seocndo mese consecutivo, con il mese di luglio che ha fatto registrare una contrazione del 10% su base annua. “Il rallentamento della crescita mensile – spiegano dalla Cia – è partito proprio nel mese di aprile (solo il +1%) ed è proseguito con lo 0,4% a maggio. Da giugno il primo segno negativo (-3%), che ora arriva al -10% di luglio”.