Stroncate il suo ristorante: la protesta anti Trump passa per le recensioni

Dopo la brutta recensione del Vanity Fair sul Trump Grill, gli utenti di Yelp si stanno inonando il sito di recensioni non troppo serie riguardo il ristorante del Tycoon. I vertici del sito si stanno impegnando per rimuovere quelle inopportune. Intanto le azioni del Vanity Fair volano in alto.

Stroncate il suo ristorante: la protesta anti Trump passa per le recensioni

Nemmeno insediato, Donald Trump deve affrontare la prima crisi pubblica che, strano a dirsi, non ha che fare con la sua condotta politica.

Come vi abbiamo raccontato, la versione americana della rivista Vanity Fair ha pubblicato una chirurgica stroncatura di Trump Grill, il ristorante di proprietà del tycoon ambientato nella Trump Tower, il grattacielo di New York costruito proprio dal neo presidente americano.

La definizione di Vanity Fair non dà adito a dubbi: “probabilmente il ristorante peggiore d’America”.

Subito dopo la stroncatura di Vanity Fair, il Trump Grill ha visto calare vertiginosamente il suo ranking su Yelp, il popolare sito di recensioni scritte dagli utenti più volte ribattezzato l’anti TripAdvisor, fino a raggiungere i minimi storici.

Da mercoledì scorso –giorno in cui è stata pubblicata la recensione di Vanity Fair — Trump Grill ha perso una stella, scendendo così a due nella classifica di Yelp, ed è stato preso di mira da una lunga serie di commenti velenosi che il sito americano sta cancellando perché ritenuti fallaci.

Un tentativo evidente di “trollare” il presidente, insomma.

Ad esempio, un utente di Yelp ha scritto: “Giovedì scorso ho provato ad entrare, ma c’era un muro gigantesco intorno alla costruzione”. Ironico riferimento al muro che Trump vorrebbe (o avrebbe voluto) costruire al confine con il Messico.

Altri recensori stanno cercando di rendere credibili i commenti velenosi elencando i difetti del cibo, del servizio o dell’arredamento definito pacchiano.

Nel frattempo c’è da registrare il successo di Vanity Fair: contrariamente a quello che aveva predetto Trump, vendite e abbonamenti al settimanale americano stanno volando e il direttore Graydon Carter, nemico giurato del presidente americano fin dai tempi in cui era al comando del glorioso settimanale satirico Spy, non è stato ancora destituito. Tutt’altro.

[Crediti | Link: Dissapore, The Washington Post]