Rider, intercettazioni choc al processo Uber Eats: “questi neri schifosi puzzano”

Una chat dei manager di Uber viene portata al processo di Milano sul caporalato nei confronti dei rider, ed emergono messaggi razzisti e irrispettosi.

Rider, intercettazioni choc al processo Uber Eats: “questi neri schifosi puzzano”

Frasi razziste e insulti nelle intercettazioni choc ascoltate al processo Uber Eats, in cui i rider provano a dimostrare le loro condizioni di lavoro. Nelle chat “Amici di Uber” dei responsabili dei fattorini (in cui figurano anche i manager di Uber Italy e e delle società intermediarie Flash Road City e Frc) il tono di disprezzo è inequivocabile e reiterato in numerosi scambi di conversazioni davvero poco indecorose.

Spesso infatti si parla di “schifosi”, “neri che puzzano”, “senzatetto maleodoranti”, a proposito del personale incaricato di consegnare il cibo a casa dei clienti. Insulti a cui spesso si risponde con faccine sorridenti.

uber-eats

“Un cliente si lamenta. Dice che puzzano troppo, che sono impresentabili”, dice nella chat una manager di Uber Italy a processo. Come risposta riceve una faccina che ride e una spiegazione: “Sono neri e hanno odori diversi dai nostri”.

Questi messaggi sono oggi arrivati dal giudice del tribunale di Milano, incaricato di decidere sulle accuse di caporalato mosse dai rider: tre degli imputati hanno patteggiato, mentre uno ha scelto il rito abbreviato. Nel frattempo, il tribunale ha riconosciuto il rapporto di lavoro subordinato e ha condannato Flash Road City a pagare le differenze retributive e le spettanze di fine rapporto. “Si tratta di una società di delivery con cui non lavoriamo più. Nell’ultimo anno abbiamo introdotto una serie di modifiche per fornire un ambiente di lavoro sicuro, gratificante e flessibile”, hanno commentato da Uber Italy.