Rider, non tutti vogliono diventare dipendenti: petizione su Change.org

La petizione su Change.org: "I rider sono nati autonomi e tali devono restare! Chiediamo che il governo intervenga, riconoscendo la nostra autonomia e aprendo tavoli di trattativa con aziende e parti sociali."

Rider, non tutti vogliono diventare dipendenti: petizione su Change.org

Mentre la Commissione Ue approva il pacchetto lavoro redatto dal Commissario Nicolas Schmit con il quale si chiede che i rider siano assunti come dipendenti con contratti ad hoc, ecco spuntare su Change.org la petizione di alcuni rider italiani (a questo link) che chiedono di restare indipendenti e diretta al Ministero del lavoro e al Senato.

“Sono troppi mesi ormai che i rider sono al centro di una guerra ideologica/sindacale, siamo stati definiti “essenziali”, “eroi “, ma la realtà e che siamo lavoratori come tanti altri – si legge nalla petizione pubblicata da Nadia Giobbi -. Durante questo difficile momento legato alla pandemia abbiamo avuto la fortuna di poter lavorare. Il nostro settore ha accolto lavoratori in cassa integrazione, personale della ristorazione e dell’intrattenimento notturno e questo ha permesso di salvare economicamente centinaia di famiglie.

Ministro Afghano rider

Tutto questo – prosegue la petizione – è stato possibile solo grazie alla nostra natura autonoma, quella stessa autonomia che da anni viene messa in discussione. Abbiamo visto gli effetti devastanti causati dall’inserimento di un modello subordinato, con un CCNL della logistica che non ha nulla a che fare con noi. Centinaia di rider, che svolgevano il servizio in auto, sono stati discriminati e licenziati, altrettanti hanno dovuto rinunciare all’assunzione a causa di un’offerta contrattuale insufficiente. I rider sono nati autonomi e tali devono restare! Siamo consapevoli che il nostro settore presenta ancora criticità, ma queste non si risolvono sicuramente con una subordinazione forzata, una subordinazione che va ad eliminare totalmente flessibilità e libertà di decisione. Un modello che ci costringerebbe a dover fare più lavori per poter vivere dignitosamente. Questa che si prospetta non e di sicuro la soluzione!

Sulla base delle osservazioni sopra riportate, chiediamo che il governo intervenga, riconoscendo la nostra autonomia e aprendo tavoli di trattativa con aziende e parti sociali. Chiediamo che le trattative partano su base autonoma, partendo dal CCNL assodelivery/UGL in modo tale da risolvere le reali criticità di un settore in piena espansione, un settore che dà lavoro a migliaia di persone. Confidando in un riscontro positivo alle nostre richieste , ringraziamo per l’attenzione e auguriamo a tutti un buon lavoro”.