Riscaldamento globale: l’Alaska vieta la pesca dei granchi

L'Alaska ha annullato, per la prima volta nella sua storia, la stagione di pesca del granchio delle nevi - una conseguenza del riscaldamento globale.

Riscaldamento globale: l’Alaska vieta la pesca dei granchi

L’Alaska ha annullato, per la prima volta nella sua storia, la stagione di pesca del cosiddetto snow crab – o, per intenderci, del granchio delle nevi. Si tratta a tutti gli effetti di una cortesia del riscaldamento globale: stando ai dati elaborati dai biologi locali, infatti, negli ultimi tre anni – o per essere più precisi dal 2018 fino al 2021 – la popolazione di questa particolare specie di crostacei si è di fatto ridotta del 90%.

pesca

Ma attenzione: a onore del vero occorre sottolineare che questo drastico e decisamente tragico taglio della popolazione non è strettamente legato alle operazioni di pesca. Chiaro, i ritmi e la mole delle catture hanno certamente influito, ma di fatto – come già accennato – il primo responsabile di questa moria senza precedenti è da ricercare negli effetti del cambiamento climatico. Il Mare di Bering, le cui acque sono per l’appunto abitate dai granchi in questione, ha infatti preso a scaldarsi con velocità allarmante giungendo a temperature pressoché invivibili. Importante notare, per di più, che l’Alaska è di fatto lo stato americano che si sta riscaldando in maniera più rapida, sanguinando di anno in anno tonnellate di ghiaccio.

Il divieto, per quanto necessario al fine di tutelare la popolazione locale di granchi delle nevi, rischia di dare un duro colpo a uno dei settori più redditizi dell’economia locale. Il riscaldamento delle acque naturalmente non è un fenomeno circoscritto all’Alaska: le coste del nostro caro vecchio Stivale, ad esempio, stanno venendo colonizzate dal granchio blu reale, una specie particolarmente grande che potrebbe arrivare a mangiare i granchi locali scalando la catena alimentare locale e stravolgendo l’ecosistema.