Ristoranti e bar nel Regno Unito hanno perso 10mila sterline a testa prima di Natale

Nel Regno Unito ristoranti e bar hanno spiegato di aver perso 10mila sterline a testa nella settimana prima del Natale a causa della variante Omicron.

Ristoranti e bar nel Regno Unito hanno perso 10mila sterline a testa prima di Natale

Ristoranti, bar e pub nel Regno Unito hanno rivelato di aver perso 10mila sterline a testa nella settimana prima di Natale: le preoccupazioni in merito alla variante Omicron e le indicazioni del Governo di lavorare da casa hanno rovinato il periodo festivo per il secondo anno consecutivo.

I dati sono stati rivelati da UKHospitality: le vendite sono diminuite fino al 60% rispetto allo stesso periodo del 2019. Prima dell’avvento della variante Omicron, le vendite stavano tornando ai livelli pre-pandemia, ma tutto è crollato quando la fiducia dei consumatori è precipitata ai minimi storici.

L’invito a procedere in smart working, infatti, ha fatto sì che gli incassi dei locali nei centri cittadini fossero ridotti di circa 10.335 sterline rispetto a quelli del 2019.

pub

Kate Nicholls, AD di UKHospitality, ha sottolineato che il Governo dovrebbe smetterla di imporre nuove restrizioni alla categoria: dovrebbe, invece, aumentare i sostegni offerti al settore.

Il fatto è che prima di Natale il cancelliere Rishi Snuak aveva annunciato un pacchetto di aiuti per il settore contenente anche sovvenzioni fino a 6mila sterline. Tuttavia i dati di UKHospitality suggeriscano che ristoranti e pub hanno perso molto di più in una sola settimana.

Secondo Nicholls, le restrizioni dovrebbero essere ridotte al minimo e dovrebbero essere revocate il prima possibile in modo da aiutare un settore già pesantemente danneggiato. Se ciò non accadrà, in molti non sopravvivranno, soprattutto coloro che non saranno in grado di affrontare un ritorno dell’IVA al 20% ad aprile.

Le aziende del settore, infatti, stanno invano chiedendo al Governo di proseguire con l’aliquota temporanea del 12,5% almeno fino a ottobre (se non a tornare a quella d’emergenza del 5%).