Ristoranti e bar non possono aprire nel centro di Bologna: ecco perché

A Bologna un nuovo regolamento dell'assessore al commercio prevede che non si possano aprire in centro nei prossimi 3 anni bar, ristoranti e supermercati.

Ristoranti e bar non possono aprire nel centro di Bologna: ecco perché

Per tre anni a Bologna non si potranno aprire nuovi ristoranti, nuovi bar o nuovi supermercati, oltre che altre nuove attività come compro oro, phone center, money transfer. La decisione è stata presa dall’assessore al commercio del capoluogo emiliano, per poter regolarizzare il settore del turismo, che nella città della Torre degli Asinelli sta assistendo a un vero e proprio boom.

Il Regolamento del commercio nelle aree urbane di valore culturale è stato proposto dagli assessori Valentina Orioli e Alberto Aitini e già licenziato dalla giunta Merola. Ed è ora in attesa di approvazione del consiglio comunale.

Alberto Aitini, assessore al commercio comunale, ha spiegato i provvedimenti decisi nel nuovo regolamento che il Consiglio comunale dovrebbe approvare entro luglio, per poi diventare operativo dal mese di agosto, per proteggere il centro storico dal boom turistico che la città di Bologna sta attraversando in questo periodo. Il nuovo regolamento prevede il divieto di aprire nuove attività del settore alimentare e di somministrazione di alimenti e bevande, ma anche attività di internet point, money change, money transfer e phone center e a ‘compro oro’. Le attività che già esistono non verranno toccate dal provvedimento, visto che si parla solo di nuove aperture.

Inoltre, nel provvedimento sono contenute anche delle regole per esporre i propri prodotti all’esterno dei locali (devono essere posizionati su scaffali, non a terra, non sulle parti architettoniche dei palazzi e dei portici), delle norme di cura e di pulizia (non si potranno lasciare fuori dal negozio cartoni o casse vuote, se non nei giorni di raccolta dei rifiuti), per dare un po’ di decoro al centro storico.

Un provvedimento necessario per evitare uno sviluppo incontrollato e ingestibile delle attività di ristorazione e non solo nel centro storico della città emiliana. Di fatto l’assessore si rifà al Decreto Unesco del 15 giugno 2016, che permette ai sindaci di prevedere dei regolamenti del commercio nelle zone della città con un alto valore storico e artistico.