Ristoranti: la criminalità organizzata controlla 5 mila locali

In Italia 5 mila tra bar e ristoranti sono in mano ala criminalità organizzata, problema acuito dalla crisi economica generata dalla pandemia da coronavirus, a cui ha posto l'accento Coldiretti in seguito al rapporto Agromafie.

Ristoranti: la criminalità organizzata controlla 5 mila locali

In Italia 5 mila tra bar e ristoranti sono in mano ala criminalità organizzata. Un numero importante, un problema acuito dalla crisi economica generata dalla pandemia da coronavirus, a cui ha posto l’accento Coldiretti in seguito al rapporto Agromafie sul sequestro di bar ed esercizi di ristorazione disposto dalla sezione misure di prevenzione del tribunale della Capitale, su richiesta della Dda eseguito dai Militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma.

“La criminalità organizzata e la camorra – sottolinea la Coldiretti – approfittando della crisi economica, penetrano in modo massiccio e capillare nell’economia legale ricattando con l’usura o acquisendo direttamente o indirettamente gli esercizi ristorativi in Italia e all’estero. Un pericolo che è aumentato con la crisi di liquidità generata dall’emergenza coronavirus in molte strutture economiche che sono divenute più vulnerabili ai ricatti e all’usura.

Le operazioni delle Forze dell’Ordine svelano gli interessi delle organizzazioni criminali nel settore agroalimentare ed in modo specifico nella ristorazione nelle sue diverse forme, dai franchising ai locali esclusivi, da bar e trattorie ai ristoranti di lusso e aperibar alla moda fino alle pizzerie”.

Oltre al danno diretto sull’imprenditoria onesta, infiltrandosi nella ristorazione e nell’agroalimentare la malavita danneggia anche la qualità e quindi l’immagine del Made in Italy. Dall’agricoltura all’allevamento, dalla distribuzione alimentare alla ristorazione, il volume d’affari complessivo annuale della criminalità nell’agroalimentare nazionale è salito a 24,5 miliardi di euro secondo la Coldiretti.

“Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare” afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolose le frodi agroalimentari che per questo vanno perseguite con un sistema punitivo più adeguato con l’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie”.