Ristoratori in protesta sulla A1: “vogliamo lavorare”

Una cinquantina di ristoratori si sono riuniti in protesta nel piazzale di un Autogrill sull'A1 chiedendo la riapertura in sicurezza dei loro locali.

Ristoratori in protesta sulla A1: “vogliamo lavorare”

Un gruppo di ristoratori (in tutto una cinquantina) provenienti da tutta Italia si è radunato nel piazzale dell’Autogrill di Cantagallo lungo il tratto dell’A1 che corre sul territorio bolognese, per protestare contro le chiusure anti Covid.

“Vogliamo solo lavorare”, è lo slogan che urlano gli addetti ai lavori, che lamentano la mancanza di soluzioni per aprire in sicurezza i loro locali. Lo slogan dei ristoratori manifestanti è stato anche ripetuto su alcuni striscioni che sono stati affissi sulle barriere dell’Autostrada, rivolti verso le auto in transito, e che danno voce alla loro rabbia riguardo a “sostegni ridicoli”, come si legge sui manifesti. “O ci autorizzate a lavorare o ci autorizzate a delinquere: non ci sono alternative”, sostengono i manifestanti, minacciando, se non ascoltati, di mettere in atto un “gesto plateale”.

Il timore è che i ristoratori in protesta intendano bloccare l’Autostrada, anche se ancora non hanno annunciato nulla di simile e, tramite un portavoce, hanno rassicurato le forze di polizia intervenute sul posto assicurando che “non è il momento di ‘scaldate di testa’, anche se ce ne sarebbero tutti i motivi”.

La manifestazione era stata preannunciata da una nota che spiegava come per la ristorazione si sta “avvicinando velocemente uno scenario disastroso in cui le attivita’ ricettive e di ristorazione stanno gradualmente diventando oggetto di richieste di acquisizioni, ampiamente al di sotto del valore di mercato, da parte di criminalità organizzata e soggetti di dubbia provenienza”.

La richiesta – spiegava ancora la nota – era quella di “valutare la possibilità di riapertura dei locali in sicurezza cosi’ come è concessa agli Autogrill, ai locali situati in zone aeroportuali e alle grandi mense aziendali”. A supportare la richiesta c’era anche la motivazione che i divieti ormai stanno avendo effetti anche controproducenti: “la gente si ritrova abusivamente in ambienti non controllati”, facendo un ragionamento in effetti sensato e condivisibile.

Un po’ meno condivisibile, purtroppo, è la chiusa della nota dei ristoratori in protesta, che spiegava come sia “ormai ampiamente dimostrato che i contagi non avvengano nei ristoranti, ma altrove”.

[Fonte: Agenzia Dire]