Ristoratori: la protesta del settore street food, “ci hanno dimenticati”

Un settore legato inevitabilmente agli eventi: se non ripartono questi, non può ripartire neanche lo street food.

Ristoratori: la protesta del settore street food, “ci hanno dimenticati”

I ristoranti e i ristoratori ripartono, ma c’è un settore che denuncia di essere stato dimenticato: è quello dello street food. In effetti, si parla poco del settore del cibo di strada, inevitabilmente legato a manifestazioni ed eventi che sono stati annullati e rimandati a data da destinarsi.

Un settore che, secondo i dati di UnionCamere, è composto da oltre 180 mila imprese su tutto il territorio nazionale. Di queste il 18,5% si dedica al settore alimentare e in questa macrocategoria nello specifico ci sono oltre 3500 imprese di truck food , le classice cucine su quattro ruote, e circa 20 mila aziende gazebo food, allestimenti più complessi che richiedono piu’ tempo e solitamente lavorano per diversi giorni in sede temporanea.

Questa grande categoria avrà indubbiamente tempi di ripartenza diversa: alcuni ripartiranno con il riavvio dei mercati settimanali, ma la maggior parte resterà ancora ferma per un po’, in una situazione di grande incertezza.

“È viva la speranza di chi opera con un truck-food (le cosiddette cucine su quattro ruote) di poter ripartire anche singolarmente qualora ci fosse una deroga a livello nazionale, regionale o locale ai vari regolamenti che limitano l’azione di questo genere di attività di somministrazione temporanea”, fanno sapere da Street Food Italia Mag, magazine di settore. “Qualche comune si è mosso in questo senso ma si tratta ancora di casi isolati e insufficienti”. Il magazine ha realizzato un sondaggio con 100 operatori del settore, in cui è emersa la previsione di ripartire con molte limitazioni dal 1 luglio o con limitazioni minime dal 1settembre2020. Oltre il 70% degli intervistati, inoltre, considera non adeguati gli strumenti messi in campo per sostenere le imprese.