In un periodo in cui il consumo di latte crudo e dei latticini derivati è stato al centro di forti polemiche, il ritorno di Cheese a Bra, giusto ormai alla sua quindicesima edizione, sembra più opportuno che mai. Il più grande evento internazionale dedicato ai formaggi a latte crudo è organizzato da Slow Food e Città di Bra, con il supporto della Regione Piemonte, e qust’anno vuole riaccendere i riflettori su un sistema produttivo unico per il suo valore ambientale, sociale, culturale ed economico.
Tutto il mondo intorno al formaggio
Il tema al centro di questa edizione è “il mondo intorno al formaggio a latte crudo“: si esplorerà il complesso ecosistema che coniuga biodiversità, mestieri antichi e risorse naturali, come la gestione di prati, pascoli e animali, la lavorazione di carne e lana, la castanicoltura e la gestione forestale.
Si rifletterà su come la pastorizia e la castanicoltura, spesso considerate marginali, possano offrire soluzioni concrete per la salvaguardia della biodiversità, la sicurezza dei territori montani e l’affrontare la crisi climatica. La lana, ad esempio, sarà valorizzata non solo per i tessuti, ma anche come isolante o fertilizzante naturale, e il miele come espressione della biodiversità dei prati.
Il grande Mercato di Cheese ospiterà oltre 400 espositori con i migliori prodotti a latte crudo da tutte le regioni d’Italia e da molti paesi europei, inclusi numerosi Presìdi Slow Food e nuove aggiunte al progetto “Arca del Gusto” come il Tombea, storica eccellenza bresciana, e i caprini dell’Aspromonte.
Il programma è, come di consueto, fitto e prevede conferenze e dibattiti su temi cruciali come la centralità del latte crudo e il futuro delle terre alte, e Laboratori del Gusto nello storico Palazzo Traversa e nella Banca del Vino, che offriranno degustazioni di formaggi rari e abbinamenti sorprendenti.
Spazio anche per le famiglie con Cheese Bimbi e attività educative sui mestieri del formaggio. L’evento ospiterà inoltre gli Stati Generali della Lana per promuoverne il riutilizzo innovativo e l’espansione del progetto Slow Food Travel con nuovi itinerari in Basilicata e Piemonte.
La speranza è che l’associazione del cibo buono-pulito-giusto riesca a farsi trendsetter, come negli anni della sua nascita, tanto da risollevare l’immagine di una categoria produttiva da presidiare davvero, e mai come ora.