Roma: dipendente di un forno licenziato per il “furto” di 2 pagnotte

A Roma i sindacati protestano: un dipendente di un forno è stato licenziato per il "furto" di 2 pagnotte. Ma sulla vicenda aleggiano sospetti di discriminazione.

Roma: dipendente di un forno licenziato per il “furto” di 2 pagnotte

Succede a Roma: qui il dipendente di un forno è stato licenziato per il presunto “furto” di 2 pagnotte. Ma i sindacati protestano in quanto in questa vicenda aleggia il sospetto di discriminazione.

Tutto è accaduto in un forno artigianale di Roma. Qui un dipendente afghano è stato licenziato perché si era portato a casa due filoni di pane per sfamare la famiglia. Solo che quei filoni erano destinati ad essere buttati perché non erano conformi ai requisiti per la vendita.

A denunciare l’accaduto è stato il sindacato Flai Cgil e da Giuseppe Cappucci, suo segretario generale di Roma e del Lazio. Il dipendente in questione lavorava per un forno che è collegato ai titolari della società Strong, la quale gestisce il marchio Grande Impero.

Da regolamento interno, ogni dipendente può portarsi a casa un pezzo di pane a fine turno. Nel caso specifico il dipendente, oltre al filone che gli spettava, ne aveva presi anche altri due, ma solo perché erano comunque destinati al macero.

Tuttavia, quando è uscito dal forno, l’ex amministratore della società, precedentemente privato della sua carica perché il suo comportamento aveva causato una condanna per discriminazione all’azienda (in pratica durante un colloquio con i collaboratori extracomunitari avebbe dichiarato di essere fascista), ha notato che aveva con sé più filoni di pane del previsto.

Così il dipendente è stato licenziato. Tuttavia la Flai Cgil non ci sta e da tempo sta cercando di contrastare i comportamenti discriminatori della società. Proprio questo dipendente era stato reintegrato nel suo posto di lavoro dopo mesi di contenzioso legale.

Sulla vicenda interverrà anche Nicola Fratoianni, portavoce nazionale di Sinistra Italiana: presenterà un’interrogazione parlamentare al ministro del Lavoro per fare chiarezza su quanto accaduto.