Roma: i rifiuti attirano la Vespa orientalis

Pare che a Roma i rifiuti abbandonati per strada abbiano attirato la Vespa orientalis, assente dalla città dagli anni Cinquanta.

Roma: i rifiuti attirano la Vespa orientalis

Sembra che a Roma sia ricomparso un insetto che non si vedeva dagli anni Cinquanta: stiamo parlando della Vespa orientalis, cugina più aggressiva delle vespe comuni. E se vi state chiedendo il perché, è presto detto: le vespe sono attirate dai rifiuti abbandonati per strada.

Riconoscere la Vespa orientalis è abbastanza semplice (sempre se non siete intenti a darvi alla fuga se avete la fobia di questi insetti): hanno delle bande gialle su addome e testa. Secondo l’etologo e naturalista Andrea Lunerti, questo tipo di vespa non era segnalato a Roma sin dagli anni Cinquanta.

È stato un residente del quartiere Monteverde a fare la prima segnalazione: aveva notato queste strane vespe che avevano costruito il loro nido nell’impianto di allarme. Come spiega Lunerti, queste vespe sono molto più aggresive di quelle comuni e hanno anche la capacità di orientare in parte il pungiglione, colpendo anche lateralmente rispetto al corpo. Come se non bastasse, poi, sono anche più velenose.

rifiuti

Nonostante il nome, la Vespa orientalis è particolarmente diffusa nel Sud Italia, anche se di recente viene segnalata anche più a nord. Pensate che nel 2020 era stata individuata a Genova.

Il problema di avere la Vespa orientalis a Roma è che qui troverà terreno fertile per proliferare. Questa vespa, infatti, si nutre di rifiuti organici e carne in putrefazione. Il che vuol dire che può essere facilmente attirata dai cumuli di immondizia che troneggiano per le strade romane.

Quindi i rifiuti di Roma non stanno attirando solo cinghiali e topi, ma anche insetti pericolosi. Il che ha spinto il sindaco Gualtieri a cercare di velocizzare il ritiro dei rifiuti che si sono accumulati per strada. Ce l’avrà fatta? Non proprio: secondo quanto dichiarato dai netturbini del gruppo Lila, la spazzatura è diminuita nei quartieri centrali, ma in periferia è rimasto tutto come prima.