Russia e Ucraina: senza di loro non c’è soluzione per la crisi alimentare, spiegano le Nazioni Unite

La crisi alimentare globale non può essere risolta senza il ripristino delle produzioni di Ucraina e Russia.

Russia e Ucraina: senza di loro non c’è soluzione per la crisi alimentare, spiegano le Nazioni Unite

La crisi alimentare globale non può essere risolta ripristinare la produzione agricola proveniente dall’Ucraina e l’output di beni alimentari e fertilizzanti (sospesi nei primi giorni di marzo) da parte della Russia: questo, in soldoni, il contenuto dell’intervento del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, che di fatto ha sottolineato come il conflitto in corso stia mettendo in modo una crisi tridimensionale che sta devastando i sistemi alimentari, energetici e finanziari per i Paesi in via di sviluppo.

Grano; Ucraina

Non è un segreto, infatti, che l’invasione russa abbia aumentato vertiginosamente la volatilità dei mercati finanziari, facendo schizzare alle stelle i prezzi delle materie prime e coinvolgendo anche il settore della logistica, tarpando di fatto le ali alla ripresa economica post pandemia; ma di fatto non esiste una vera soluzione al problema della sicurezza alimentare senza riportare in auge le produzioni agricole e alimentari dei Paesi coinvolti nella guerra. Guterres si è detto determinato al raggiungimento di questi obiettivi, e ha spiegato che le Nazioni Unite – che appena un mese fa avevano accusato la Russia di aver innescato la crisi in questione – sono già al lavoro per fornire aiuti e sostegno ai Paesi più vulnerabili: nel caso della Nigeria, ad esempio, sono già stati chiesti fondi extra (dal valore di circa 350 milioni di dollari) da aggiungere alla misura umanitaria complessiva da 1,1 miliardi destinata allo Stato africano.

“Dobbiamo garantire un flusso costante di cibo ed energie attraverso mercati aperti rimuovendo tutte le restrizioni all’esportazione non necessarie” ha spiegato Guterres “dirigendo eccedenze e riserve a chi ne ha bisogno e mantenendo un vantaggio sui prezzi degli alimenti per frenare la volatilità del mercato”.