Salario minimo, il commento del Ministro Stefano Patuanelli: “Deve essere approvato”

Il Ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli ha recentemente commentato l'eventuale introduzione di un salario minimo.

Salario minimo, il commento del Ministro Stefano Patuanelli: “Deve essere approvato”

Negli ultimi tempi in Italia si è ravvivato il dibattito sul salario minimo: si tratta di una misura superflua o, in alcuni casi, perfino dannosa; o di una necessità volta a migliorare il tessuto di benessere sociale del Paese, restituendo allo stesso tempo la dignità ai lavoratori più sottopagati? Il Ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli non ha alcun dubbio in merito: con un post pubblicato sulle sue pagine social ufficiali, ha infatti difeso la sua introduzione, spiegando che “Deve essere approvato in questa legislatura”.

portafoglio

“Sostenere che l’Italia non ne abbia bisogno è una falsità” scrive il Ministro Patuanelli, specificando che non si tratta affatto di un’opinione personale quanto di una tesi formata da dati oggettivi: “lo dicono i dati OCSE che vedono il nostro Paese fanalino di coda a livello europeo, con livelli salariali più bassi rispetto al 1990″. A tal proposito, Patuanelli propone l’introduzione del salario minimo declinandolo sulla base dei parametri individuati dalla direttiva comunitaria: “il 60% del salario mediano lordo nazionale e il 50% del salario medio lordo nazionale (parametri OCSE riconosciuti a livello internazionale). Inoltre, il salario minimo deve essere al di sopra della soglia di dignità – valutata non sull’individuo ma sul nucleo familiare – e in funzione del potere d’acquisto calcolato sull’accesso ad un paniere di beni e servizi essenziali a prezzi reali, comprensivi di IVA, contributi di sicurezza sociale e servizi pubblici”.

“Solo oggi, dopo la pubblicazione degli scandalosi dati OCSE, l’arco politico italiano sembra essersi svegliato sul tema” conclude il Ministro, spiegando che “la direttiva europea rappresenta una rivoluzione per tutti quei Paesi che ancora oggi, assurdamente, non lo hanno ancora introdotto”.