San Domenico di Imola: venti di cambiamenti per i 52 anni dello storico due stelle

Max Mascia rinnova le iconiche cucine dello storico due stelle Michelin San Domenico di Imola: un gesto che fa intravedere aria di cambiamenti positivi.

San Domenico di Imola: venti di cambiamenti per i 52 anni dello storico due stelle

Compie cinquantadue anni il San Domenico, storico due stelle di Imola, e per festeggiare si regala delle cucine nuove. Notizia di scarso rilievo, potrebbe sembrare, ma solo agli occhi di chi non conosce le cucine del ristorante, divenute nel tempo iconiche.

Spazi grandissimi, che fanno da corredo alle sale – elegantemente classiche, uguali a se stesse più o meno da sempre e per questo entrate nella storia della gastronomia italiana – e alle meravigliose cantine in cui perdersi in mezzo a vini pregiati. Cucine che come un tempo ospitavano stampi e pentole in rame appese alle pareti strumenti, fotografie e attrezzi storici che trasudano storia, tradizione, artigianalità. Bene, quelle cucine porteranno a termine il loro ultimo servizio 24 Aprile 2022, esattamente 30 anni dopo la loro inaugurazione.

Max Mascia nelle cucine del San Domenico di Imola

La volontà di rinnovamento è spinta da Max Mascia, che già da tempo si è trovato ad ereditare la responsabilità storica dei piatti iconici di Bergese e Valentino Marcattilii, tenendoli in carta e affiancandoli a novità più contemporanee. Ora però la voglia di cambiare è tanta. “Sento la necessità, oggi che il San Domenico compie 52 anni, di donare le mie forze e i miei sacrifici alla Casa che mi ha accolto, cresciuto, formato; che mi ha dato e che mi dà ogni giorno la possibilità di esprimere me stesso attraverso una cucina semplice, attenta, precisa, vera”, dice lo chef. “Il progetto della nuova cucina è un sogno che si realizza, sintetizza la volontà di migliorarsi ogni giorno, di non accontentarsi, di non dare niente per scontato perché nella vita, non solo nel lavoro, le cose scontate non esistono. Questo progetto è una dichiarazione d’Amore per il San Domenico, per la sua storia che ammiro e rispetto e per il futuro che voglio scrivere.”