Scoperto cosa rende il cioccolato così buono: i batteri

La lavorazione del cioccolato potrebbe diventare più simile a quella di salumi e formaggi, adottando lieviti e batteri selezionati per una fermentazione controllata.

Scoperto cosa rende il cioccolato così buono: i batteri

Un team di ricercatori potrebbe aver gettato le basi per un cambio epocale nella lavorazione del cioccolato, approfondendo il processo della fermentazione e scoprendo quali sono i lieviti e i batteri che producono gli aromi più graditi commercialmente.

Un lavoro che potrebbe cambiare totalmente il paradigma del “cibo degli dei”, permettendo non solo di riprodurre in modo affidabile i tratti desiderati, ma aprendo anche la strada alla progettazione di “starter” di fermentazione, capaci di garantire la costanza e la qualità negli aromi, portando l’industria del cioccolato verso un’era di produzione più prevedibile e “domesticata”, simile a quella della birra o del formaggio

La fermentazione del cioccolato

tavoletta di cioccolato

Tradizionalmente, questa fermentazione è un processo spontaneo, che avviene nelle fattorie e dipende dalle comunità microbiche presenti nell’ambiente. Lo studio condotto su campioni di semi di cacao da fattorie colombiane ha rivelato cose che gli appassionati di fermentazioni già sanno, e cioè che fattori come il pH e la temperatura, insieme alla composizione della microbiota (batteri e funghi), influenzano profondamente gli attributi chiave del sapore del cioccolato.

Durante la fermentazione, i microrganismi sono i veri artefici della trasformazione: la loro attività metabolica provoca un aumento della temperatura all’interno della massa di semi e variazioni significative del pH, con l’acidità della polpa dei semi che si riduce mentre quella dei cotiledoni (la parte interna del seme) aumenta progressivamente.

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Questi cambiamenti chimici, guidati dai microbi, sono indicatori chiave dell’andamento della fermentazione e permettono di prevedere con sufficiente sicurezza le caratteristiche di sapore del cioccolato finito. Le comunità microbiche non sono statiche, e sono soggette a cambiamenti ed evoluzioni durante il processo: nelle prime 24 ore, l’ambiente si arricchisce di batteri della varietà Erwinia, per poi cedere agli Acetobacter dopo 48 ore, così come i lieviti che mostrano un arricchimento iniziale di Saccharomyces.

Questa coordinazione tra batteri e lieviti porta alla produzione di acidi organici e alla produzione delle componenti aromatiche che definiranno il sapore finale, con note che ricordano il legno chiaro, i fiori, il caramello o il succo di canna da zucchero.