Il palazzo che Giuseppe Tomasi di Lampedusa identificò come ambientazione ideale per rappresentare la decadente nobiltà siciliana nel suo “Il Gattopardo”, ospiterà ora banchetti decisamente meno aristocratici.
Da qualche giorno infatti, tra le mura dello storico palazzo Monteleone di via Roma 314, non si servono più barocchi timballi di maccheroni, bensì Whopper: il 20 giugno Burger King ha ufficialmente inaugurato una sua nuova insegna.
Il recupero di via Roma
L’annuncio era stato dato l’estate scorsa, e l’ironia di vedere un “re” (degli hamburger) laddove risiedeva un principe (per quanto letterario, Fabrizio di Salina) non ci sfugge, e il colosso del fast food americano ha fatto le cose in grande, ritagliandosi uno spazio di 500 metri quadri per un locale che ospiterà un’ottantina di coperti.
Ma questa nuova apertura non è che uno dei tasselli che vanno a comporre il progetto di rilancio di via Roma, con l’evidente intento di voler far tornare la vecchia “via dello shopping” agli antichi degli splendori, ma con un’inesorabile concessione alla modernità: la necessità di passare dalle insegne di grandi gruppi internazionali.
Non solo fast food quindi, ma anche marchi come Giunti e Deichmann, ma in città si sono già diffuse le inevitabili che accompagnano le “invasioni” dei centri storici da parte delle grandi catene, soprattutto quando si parla di cibo.
Da una parte chi accoglie volentieri gli investimenti e l’indotto economico dei fast food -ed è giusto parlare al plurale, visto anche il successo proprio a Palermo di KFC, che col suo pollo fritto è già alla quinta apertura– dall’altra chi ritiene che questa deriva verso l’hamburger comprometta lo spirito autentico dei luoghi, soprattutto quando a venire invasi sono centri storici o palazzi monumentali anche dal grande valore simbolico, come in questo caso. Un contrasto già visto a Roma, Firenze, Milano, e in ogni grande città in cui, dopo l’abbandono delle attività locali, facciano capolino McDonald’s e compagnia.
Vedremo ora come reagirà una città dalla forte identità come Palermo, anche se è evidente che il cambiamento si sia già ampiamente messo in moto.