Se il Nutella cafè di Gaza esiste, allora l’Onu mente: decidete a chi credere

A Gaza appare il "Nutella Sweet & Café", locale la cui esistenza solleva enormi dubbi su tutto ciò che riguarda la guerra in Palestina.

Se il Nutella cafè di Gaza esiste, allora l’Onu mente: decidete a chi credere

Quello della fame a Gaza è ormai punto nevralgico del conflitto -se così lo si vuole chiamare- in Israele: da una parte la stragrande maggioranza della società civile, incluse associazioni operanti nella striscia, come Medici Senza Frontiere, denuncia una situazione alimentare catastrofica, recentemente confermata anche dalla direttrice del World Food Program dell’ONU che ha dichiarato ufficialmente lo stato di carestia per più di mezzo milione di persone.

Dall’altra la propaganda filo-israeliana che, attraverso surreali video ministeriali che ritraggono Gaza alla stregua di una meta gourmet, e insopportabili “influencer” che mostrando mercati ricolmi di merci, prova a spingere il punto di vista di un’IDF che dispensa cibo alla popolazione, accusando le Nazioni Unite di consegnare il cibo direttamente nelle mani di Hamas.

Ora, mentre le 70 imbarcazioni della Sumud Flotilla sono in viaggio verso la striscia per portare generi alimentari alla popolazione, il dibattito si fa ancora più grottesco grazie all’apertura nella città di Gaza del “Nutella Sweet & Café”, patinato locale dedicato alla crema alle nocciole più amata del mondo, la cui presenza stride con tutto ciò che lo circonda, e la cui esistenza è già stata strumentalizzata dalle parti in causa, e pure messa in discussione.

La fame e la Nutella

 

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L’inaugurazione del locale era stata annunciata sul relativo profilo Instagram a inizio settembre, e puntualmente è arrivato, accompagnato dai classici reel che ci si aspetta in un evento del genere: come se la guerra intorno non esistesse, lì dentro si preparano cappuccini decorati con latte art, una clientela (scarsa, a dire la verità) ben vestita viene accolta in una sala lustra e, ovviamente, scorrono copiose quantità di Nutella sui dolci della casa.

Di fronte a immagini talmente inverosimili, l’opinione pubblica si è immediatamente spaccata, tra chi vede nel “Nutella Sweet & Café” una conferma della tesi israeliana che vede nella fame a Gaza solo propaganda di un occidente antisemita e chi è arrivato a pensare che le immagini siano finte, magari generate con la IA, o semplicemente che si tratti di una messinscena.

I ristoranti di Gaza sono pieni di prelibatezze, in un video appena diffuso da Israele I ristoranti di Gaza sono pieni di prelibatezze, in un video appena diffuso da Israele

I segugi e i fact-checker di internet si sono scatenati per verificare se il locale esista o meno, analizzando attentamente foto e video, riflessi nella vetrine, confrontando le mappe, e tutti sembrano essere concordi sul fatto che non si tratti di una bufala: il Nutella Café sorge nel quartiere di Al-Rimal, nell’edificio Al-Masa, vicino ad altri esercizi commerciali come “Toy Box” e “Olivium Mall”, la cui esistenza è stata confermata da Google Maps, e nelle riprese che mostrano il vicino incrocio tra via Ahmed Abd Al-Azez e via Al-Jala, manca completamente la Watan Tower, che è stata distrutta nei primi giorni del conflitto nel 2023.

Un dettaglio cruciale che ha alimentato i dubbi sull’autenticità dell’attività è stata l’assenza del simbolo “®” che accompagna il marchio registrato “Nutella” in tutti i luoghi dove viene utilizzato, e la risposta di Ferrero non si è fatta attendere ed è stata netta: “Ferrero non è coinvolta in questa iniziativa. L’unico Nutella Cafè ufficiale si trova a Chicago”.

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Il locale quindi esiste fisicamente, sta usando il marchio Nutella in maniera totalmente non autorizzata, e queste sono le uniche certezze che abbiamo, mentre chi sia dietro a questa attività resta un mistero, e non da poco: se la popolazione non ha accesso a beni di prima necessità, com’è possibile che un’attività possa approvvigionarsi di Nutella? Bisogna credere ai video diffusi da Israele che dipingono una Gaza piena di ristoranti, accettando che le stesse Nazioni Unite stiano mentendo al riguardo, o sono legittimi i sospetti di chi ritiene che un posto del genere non possa esistere senza la connivenza israeliana?

Alaa Salama, giornalista corrispondente per Al Jazeera, offre il suo punto di vista commentando un post di Hazem Srour, presunto proprietario del locale: “questi progetti non rappresentano la popolazione di Gaza, che non può permettersi di acquistare nessuno dei prodotti offerti. Queste storie non sono una sfida, ma piuttosto una grande illusione, uno sforzo inutile e superfluo”.