Sharm el Sheik: bimbo di 6 anni muore di sospetta intossicazione alimentare, grave il padre

A Sharm el Sheik un bimbo di soli 6 anni è morto mentre era in vacanza per una sospetta intossicazione alimentare. E il padre è ricoverato in gravi condizioni per lo stesso motivo.

Sharm el Sheik: bimbo di 6 anni muore di sospetta intossicazione alimentare, grave il padre

Una brutta storia di cronaca arriva da Sharm el Sheik: qui un bimbo di 6 anni anni è morto forse a causa di una sospetta intossicazione alimentare. E mentre anche il padre è stato ricoverato in gravi condizioni per lo stesso motivo, ecco che la madre sta cercando di fare di tutto per riuscire a riportare la famiglia in Italia.

La famiglia di Antonio Mirabile, 46 anni, si trovava a Sharm El Sheik per una vacanza di 15 giorni. Insieme alla moglie Rosalia Manosperti, incinta fra l’altro di 4 mesi e al figlio Andrea di 6 anni, si trovava in ferie in un resort.

Venerdì scorso, però, la famiglia aveva cominciato a sentirsi male. Mentre la madre aveva manifestato sintomi più lievi, ecco che il bimbo e il padre avevano sintomi decisamente più gravi.

medico

Il fratello di Rosalia, Roberto Manosperti, spiega che il nipote è morto in sole 36 ore. Tutti avevano manifestato del vomito continuo. Sulle prime Antonio aveva dato la colpa all’ingestione dell’acqua della piscina, ma ben presto, visto che il vomito proseguiva, si erano resi conto che doveva esserci dell’altro.

Così la famiglia si era recata alla guardia medica e qui era stata praticata loro una flebo di soluzione fisiologica e gli erano state date tre pillole contro le intossicazioni alimentari. La famiglia ritorna così in camera, ma il vomito era continuato per tutta la notte e il sabato mattina. Visto che i sintomi non passavano, decidono di ricontattare il medico il quale gli disse di ripassare nel pomeriggio.

Allarmati, però, ecco che Antonio e Rosalia decidono di chiamare l’ambulanza per andare in ospedale. Il bimbo è apparso subito in condizioni gravissime: i medici hanno provato a rianimarlo per un’ora prima di arrendersi, ma non c’è stato nulla da fare. Antonio, invece, è arrivato in ospedale privo di sensi, con reni ingrossati, inizio di blocco renale e problemi respiratori. Più lievi, invece, i sintomi di Rosalia.

Al momento la Farnesina, il Consolato italiano e l’Ambasciata italiana in Egitto si stanno dando da fare per assicurarsi che, non appena le condizioni cliniche lo consentiranno, la famiglia possa essere subito trasferita a Palermo a spese dello Stato.

Intanto il cognato di Antonio ha ammesso che non hanno notizie certe sulle sue condizioni. Quello che sa è che avevano stipulato un’assicurazione prima di partire e che hanno anche chiesto di poter noleggiare un volo privato, solo che per partire gli servono i referti medici che non gli vengono consegnati.

La magistratura ha nel frattempo aperto un’indagine sul caso, ma anche se l’autopsia al bimbo è già stata fatta, prima di qualche mese non si saprà cosa sia successo veramente.

Manosperti spiega poi che non sanno come fare: il cognato ha problemi renali e cardiaci, non riesce a stare in piedi e ha l’ossigenazione all’80%. La sorella sta un po’ meglio, ma anche lei non può tornare in Italia: i medici non vogliono rilasciare i referti visto che c’è un’assicurazione di mezzo. E intanto un esponente del ministero della Salute egiziano ha fatto sapere che l’esame tossicologico, ripetuto per due volte, ha escluso avvelenamenti.