L‘acqua non manca – l’Italia, dopotutto, è completamente circondata dal mare. Ciononostante, l’attuale siccità è un problema che con ogni probabilità rimarrà all’ordine del giorno per anni: questa l’opinione espressa da Mauro Agnoletti, professore dell’Università di Firenze e titolare della cattedra Unesco in Agricultural Heritage appena istituita, circa l’emergenza idrica attualmente in corso. Punto focale del suo intervento è capire che, volgendo lo sguardo verso il futuro, un progetto “perfetto per un Pnrr” e utile al nostro caro vecchio Stivale sarebbe quello di “costruire una rete di dissalatori lungo le coste” in modo da alimentare con piena tranquillità le aree interne.
Si tratta di una tecnologia che, a onor del vero, ha già raggiunto sviluppi concreti: occorre però tenere presente che, nonostante le distanze da percorrere non siano decisamente come “quelle degli oleodotti e dei gasdotti con cui importiamo gas dai Paesi dell’est Europa”, il prezzo dell’acqua non sarebbe certo lo stesso “a cui siamo abituati a pagarla”. Resta il fatto che una mossa in questa direzione pare sempre più necessaria, e per convincersene basta dare un’occhiata ai dati del settore: circa il 95% dell’acqua nel mondo si trova negli oceani e solamente il 2,5% è acqua dolce. Importante notare, poi, che “secondo lo Us geological survey, il 79% dell’acqua dolce è nei ghiacciai e il 20% è confinato nel sottosuolo. Del rimanente 1% il 20,9% è nei laghi e solo lo 0,49% nei fiumi”.
L’acqua dolce che utilizziamo tutti i giorni attinge proprio da queste due limitatissime risorse: “Il 70% viene utilizzata per l’agricoltura, con l’irrigazione di vigneti, oliveti, frutteti e granoturco, mentre il 22% serve all’industria e l’8% per i consumi domestici”. In particolare, in Italia esistono sistemi agricoli che potrebbero funzionare senza irrigazione ma anche agricolture che invece impiegano grandi moli di acqua per massimizzare la propria produzione. “Da qui la crisi” spiega Agnoletti “che in Italia accade infatti soprattutto nelle aree del Paese dove l’agricoltura impiega molta acqua”.