Siccità: in Emilia-Romagna il Po è arrivato al 10% della portata media

La siccità funesta il Po anche in Emilia-Romagna: qui il fiume è arrivato al 10% della sua portata media. E non si vedono piogge all'orizzonte.

Siccità: in Emilia-Romagna il Po è arrivato al 10% della portata media

Ancora il tema della siccità, ma questa volta le notizie arrivano dall’Emilia-Romagna: qui il report dell’Anbi (Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue) ha fatto sapere che nella regione il fiume Po è arrivato al 10% della portata media.

Si parla di un record negativo della portata: al rilevamento di Pontelagoscuro, in provincia di Ferrara, siamo a 113,7 metri cubi al secondo (il precedente minimo storico era di 123 metri cubi al secondo). Cioò vuol dire il 10% della portata media, nonché il 75% in meno della portata limite per l’avanzata del cuneo salino (cuneo salino che non sta risalendo solo nel Po, ma anche nel Tevere: qui i pescatori romani stanno pescando alici e sogliole nel fiume!).

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Non meglio vanno gli altri fiumi della regione. Anche le portate dei fiumi Enza e Reno sono al di sotto dei minimi storici. La carenza di piogge e neve, fa sì che le riserve idriche destinate all’uso potabile stiano drasticamente calando. E questo deficit perdurerà nel tempo.

Problemi sono registrati anche nel sistema irriguo del Burana: troppe le richieste di prelievi da soddisfare con una disponibilità di acqua in calo anche di un terzo rispetto alla media degli anni passati.

Una delle zone della regione maggiormente in difficoltà è quella della provincia di Modena (compresa la parte bassa della provincia di Mantova, in Lombardia): I prelievi dal Po tramite l’impianto Sabbioncello non bastano e sono stati autorizzati i prelievi dalla Chiavica Secchia a Bomporto e da Bozzala Secchia a San Prospero. Pompe ausiliarie, poi, sono state attivate ai Pilastresi di Stellata di Bondeno, in provincia di Ferrara (qui non si può prelevare dagli impianti di riferimento di zona a causa della risalita del cuneo salino).

Secondo Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi, è necessario intervenire urgentemente con un piano per migliorare le infrastrutture in modo da migliorare la raccolta delle acque piovane, creando anche degli invasi ad hoc.