Singapore importa il 90% del suo cibo, a rischio la sicurezza alimentare

Il 90% del cibo presente nello Stato è infatti importato e, in seguito ai recenti divieti all'export di diversi Paesi, come lo stop all'esportazione dei polli dalla Malesia, la tenuta alimentare di Singapore sarà messa a dura prova.

Singapore importa il 90% del suo cibo, a rischio la sicurezza alimentare

Singapore, che è nota per la sua grande proposta di street food e cucina locale, dovrà affrontare una sfida importante: la sicurezza alimentare, messa a rischio dall’attuale situazione politico-economica mondiale.

Il 90% del cibo presente nello Stato è infatti importato e, in seguito ai recenti divieti all’export di diversi Paesi, come lo stop all’esportazione dei polli dalla Malesia, la tenuta alimentare di Singapore sarà messa a dura prova.

Essendo una piccola nazione insulare, Singapore è priva di risorse naturali: importa oltre il 90% del suo cibo da oltre 170 paesi e regioni. Per questo motivo il governo ha lanciato l’iniziativa “30 per 30” per produrre il 30% del suo fabbisogno nutrizionale entro il 2030. Ma il Paese sta già risentendo oggi dell’aumento dell’inflazione alimentare.

I prezzi dei generi alimentari sono aumentati del 4,1% ad aprile rispetto all’anno precedente, del 3,3% rispetto a marzo, fanno sapere l’Autorità monetaria di Singapore e il Ministero del Commercio e dell’Industria.

I prezzi globali dei generi alimentari avevano già iniziato a salire durante la pandemia di Covid-19, ma la guerra in Ucraina ha aggravato queste pressioni inflazionistiche. A Singapore come nel resto del mondo.

La carenza di cibo continuerà nel breve periodo, e forse anche nel prossimo anno o due, ha affermato Dil Rahut, ricercatore senior presso l’Asian Development Bank Institute. La Banca mondiale ha riferito che i prezzi dei generi alimentari dovrebbero aumentare di circa il 20% quest’anno prima di diminuire nel 2023.