Speck Alto Adige IGP: il 99,8% è fatto con carni estere, denuncia il WWF

Il WWF denuncia la discrepanza tra la presenza di suini nel territorio dell'Alto Adige e la quantità di Speck IGP prodotto, che quindi è fatto con carni estere.

Speck Alto Adige IGP: il 99,8% è fatto con carni estere, denuncia il WWF

La denuncia arriva dall’Associazione WWF Bolzano: lo speck Alto Adige IGP, dati alla mano, sarebbe nient’altro che una grande operazione di marketing. O qualcosa di simile, visto che – secondo il report dell’associazione ambientalista – di Altoatesino lo speck ha poco, con una percentuale altissima (il 99,8%, addirittura) di carni che proverrebbero dall’estero.

Il WWF ha preso in esame i dati ufficiali della Relazione agraria e forestale della Provincia di Bolzano dell’anno 2018, in cui si parla di 8.557 suini allevati in Alto Adige. “Se ogni suino è dotato di due cosce” dice il WWF, “da tutti quelli allevati in Alto Adige si sarebbero potute produrre 17.114 baffe di speck (cosce suine affumicate) all’anno”. La conclusione del WWF, dunque, è: come è possibile che nello stesso periodo in Sudtirolo siano state prodotte 7.699.000 baffe di speck vendute con il marchio Alto Adige e di queste 2.755.541 baffe con il marchio di qualità Speck Alto Adige IGP?

speck

Secondo il rapporto, dunque, solo lo 0,2% delle carni utilizzate nella produzione dello speck Alto Adige è di provenienza regionale, mentre il 99,8% della materia prima arriva dall’estero. “Ogni anno circa 3,8 milioni di maiali vengono allevati in vere e proprie fabbriche, dei capannoni chiusi, noti come allevamenti intensivi”, prosegue il WWF. Ed è da lì, dice, che provengono gran parte delle carni destinate alla produzione dello speck altoatesino. “Le carni giungono in Alto Adige da Germania (70%), Olanda (20%), Austria (2,5%), Italia (7%) Belgio (0,5%), dove si allevano maiali a bassissimo costo, in allevamenti “ad alta efficienza” e dove i suini vengono alimentati con mangimi a base di soia e cereali per ingrassarli velocemente”.