Spesa: Carlo Petrini invita a sostenere le piccole botteghe alimentari

Carlo Petrini di Slow Food sottolinea l'importanza delle piccole botteghe alimentari per fare la spesa, vero tesoro riscoperto a causa dell'emergenza Coronavirus.

Spesa: Carlo Petrini invita a sostenere le piccole botteghe alimentari

Anche Carlo Petrini di Slow Food ha voluto dire la sua sull’emergenza Coronavirus. Parlando di spesa, lo ha fatto da un punto di vista particolare: ha sottolineato l’importanza delle piccole botteghe alimentari. E ha invitato tutti a sostenerle.

Petrini ha individuato una questione importante: in tempi di crisi, le persone si concentrano su due fattori indispensabili per la sopravvivenza. Si tratta della salute e dell’approvvigionamento di cibo.

Abbiamo tutti visto cosa sia accaduto in questi giorni: dopo ogni singola ordinanza del governo, gli italiani si sono riversati in massa nei supermercati per fare scorte a causa della paura di non poter più accedere liberamente al cibo. Oltre all’evidenza del fatto che l’agricoltura è in seria difficoltà a causa della mancanza di braccianti stranieri (la domanda è in crescita, ma la manovalanza manca e il raccolto di frutta e verdura è in difficoltà), Petrini si è concentrato sui problemi relativi al sistema distributivo.

Chi abita nelle grandi città in questi giorni ha avuto come punto di riferimento la GDO, con i grandi supermercati e lo shopping online a disposizione. Si tratta di due meccanismi prediletti dal sistema di consumo odierno. Il guaio, però, è che questi due sistemi non sono propriamente accessibili dappertutto. Petrini fa l’esempio degli anziani che vivono in periferia o nelle piccole città, lontani dai grandi supermercati e che non possono muoversi in macchina. Qui il sostentamento di tutti è stato merito delle botteghe artigiane, quelle stesse che, secondo lo studio della Cgia, sono diminuite in Italia del 12,1% nel corso degli ultimi dieci anni.

Petrini spiega che le botteghe si caratterizzano per un elemento particolare che in situazioni come questa fa la differenza. Rappresentano, infatti, una sorta di presidio di fiducia del territorio con scopo anche sociale, una sorta di ancora di salvezza per quei paesini che, grazie a loro, si sentono meno isolati. E ribadisce una questione chiave: se in questi giorni in molti posti non ci fossero state queste botteghe, molte persone non avrebbero saputo dove trovare il cibo.

Petrini si augura poi che, una volta passato questo periodo, si cerchi di realizzare un mondo dove possano convivere entrambe queste realtà, botteghe e supermercati insieme. In tutto ciò potrebbero essere di aiuto le giovani e multifunzionali botteghe di prossimità.