Spesa, Teresa Bellanova: “Chi può mette, chi non può prenda”

Spesa, buoni pasto e aiuti del Governo alle famiglie in difficoltà: "Chi può mette, chi non può prenda", dice il ministro Teresa Bellanova a Live - Non è la d'Urso per sintetizzare l'atteggiamento che si deve avere per aiutare chi non può permettersi di mangiare.

Spesa, Teresa Bellanova: “Chi può mette, chi non può prenda”

“Chi può mette, chi non può prenda” sono le parole – prese in prestito da un cartello che gira per la città di Napoli – che usa il ministro Teresa Bellanova ospite di “Live – Non è la d’Urso” per sintetizzare l’atteggiamento che si deve avere per aiutare chi non può permettersi di fare la spesa o di procurarsi un pasto caldo.

Ai microfoni di Barbara d’Urso il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova (il cui intervento completo è disponibile sul sito di Mediaset) spiega nel dettaglio lo stanziamento del governo di 400 milioni che verrà conferito ai Comuni col vincolo di destinarlo alle persone che non hanno i soldi per non fare la spesa. Da qui nasceranno buoni spesa ed erogazioni di generi alimentari.

“È dall’inizio di questa emergenza sanitaria che pongo il problema di affrontare l’emergenza alimentare – spiega il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova – È evidente che rispetto alla povertà ordinaria, quando chiudi delle attività produttive c’è un esercito di persone che si aggiunge a quelli che già stanno nella fascia della povertà. Non solo anziani solo, ma anche partite IVA e professionisti che hanno difficoltà a farsi pagare dai clienti. Persone che non hanno accumulato risparmi”.

“I 400 milioni sono la prima fase – prosegue Bellanova -. Dipende anche da quanto durerà l’emergenza. Ora dobbiamo attrezzarci per affrontare un tema serissimo come l’emergenza alimentare con misure serie. I Comuni avranno di dote queste risorse e chiedo una cabina di regia a livello nazionale, e c’è bisogno non solo di risorse ma di persone e sensibilità”.

Alla domanda se questi 400 milioni basteranno, la ministra risponde: “Sicuramente non sono sufficienti, ma non è una divisione aritmetica. Dobbiamo prendere in considerazione la popolazione e le fasce di reddito.

Non ci deve essere un approccio aristocratico. Oggi lo Stato deve prendersi cura di queste persone, persone in difficoltà che non possono essere giudicate perché hanno trovate un’azienda che li ha costretti a lavorare in nero. Non possono pagare questa responsabilità che non hanno”.

“E faccio un appello a chi fa volontariato – conclude il ministro -: adottassero quella frase che ho letto in un bel cartello che già per la città di Napoli ‘chi può metta, chi non può prenda’. Dobbiamo dare un segnale importante: nessuno deve essere privato di un pasto caldo, anche se ha un lavoro in nero”.