Spreco alimentare: Google dona un milione a un’organizzazione no-profit statunitense

Google si sta attivando per combattere al meglio delle sue capacità lo spreco alimentare, investendo anche in altre organizzazioni.

Spreco alimentare: Google dona un milione a un’organizzazione no-profit statunitense

Da tempo Google è una delle aziende più attente alla riduzione dello spreco alimentare: le cucine nei suoi uffici sono state progettate tenendo a mente l’efficienza, in modo da minimizzare dove e quanto possibile lo sperpero di cibo. E con la pandemia che pare quietarsi e gli uffici che tornano a riempirsi, il colosso della tecnologia ha pensato che il momento fosse propizio per aumentare i propri sforzi in questo settore, e tentare di ridurre i rifiuti alimentari mandati in discarica a zero.

L’idea passa, in primo luogo, attraverso uno sforzo logistico: ci vorrà più attenzione all’approvvigionamento del cibo, e occorrerà monitorare con cautela le cucine e i cafè dell’azienda affinché gli alimenti vengano riciclati o smaltiti nella maniera corretta. Come accennato, le cucine di Google sono già dotate di tecnologia all’avanguardia, come un pannello di visione artificiale che aiuta i cuochi a stimare quanto del cibo preparato sarà sprecato. Cuochi che, nel frattempo, vengono affiancati da esperti del settore per modificare i pasti adottando ricette che usano più cibo riciclato, in modo da creare una sorta di economia circolare. C’è anche spazio per partner esterni, però: recentemente, infatti, Google ha donato 1 milione di dollari a ReFED, un’organizzazione no-profit statunitense che mira a combattere lo spreco alimentare, finanziando così l’istituzione del Catalytic Grant Fund; ossia un’iniziativa dalla durata quinquennale che mira a distribuire 10 milioni di dollari in sovvenzioni alle varie organizzazioni che lavorano su iniziative inerenti alla prevenzione dello spreco.

Nell’approccio di Google non c’è solamente tecnologia avanzata, però, ma anche strategie più umane. Alcune di queste comprendono l’utilizzo di piatti più piccole nelle mense, così da combattere la tendenza a prendere più di quanto si voglia effettivamente mangiare, o anche la creazione di semplici cartelli che ricordano di prendere solamente ciò di cui si ha bisogno – e se lo stomaco dovesse ancora brontolare, si può sempre tornare a prendere il bis.