Sri Lanka in default: è allarme per la carenza di cibo

Il default del Sri Lanka ha anche un'altra connotazione: adesso è allarme carenza di cibo a causa della crisi economica.

Sri Lanka in default: è allarme per la carenza di cibo

Lo Sri Lanka è in default (preventivo): il paese sta attraversando una gravissima crisi economica. E adesso arriva anche l’allarme per la carenza di cibo: il popolo teme che morirà di fame se la situazione non migliorerà.

È stato lo stesso primo ministro dello Sri Lanka ad allarmare tutti in merito alla carenza di cibo che sta imperversando per il paese. Per far fronte a ciò, il primo ministro ha promesso che il governo si impegna ad acquistare sufficiente fertilizzante da utilizzare la prossima stagione di semina in modo da aumentare la produttività.

Il fatto è che nell’aprile 2020 il presidente Gotabaya Rajapaksa aveva preso la poco lungimirante decisione di vietare tutti i fertilizzanti chimici. Cosa che va benissimo per tutelare l’ambiente, un po’ meno quando ti ritrovi con i raccolti drasticamente ridotti. Accortosi dell’errore, il governo ha poi revocato il divieto, ma ormai era troppo tardi, il danno era già stato fatto.

fame

Inoltre pare che il governo non si sia ancora attivato per garantire le giuste importazioni. Il primo ministro Ranil Wickremesinghe ha ammesso via Twitter che potrebbero non riuscire ad ottenere il fertilizzante per la stagione di semina di Yala, quella di maggio-agosto, ma si stanno attivando per ottenerne scorte adeguate per la stagione di Maha (quella di settembre-marzo).

Lo Sri Lanka attualmente sta affrontando anche una grave carenza di valuta estera, carburante e medicinali. Inoltre anche le attività economiche sono state drasticamente ridotte.

Una donna di 60 anni che vende frutta e verdura al mercato di Pettah, a Colombo, ha mestamente ammesso che non sa come andranno le cose da qui a due mesi: potrebbero anche non esserci più. Nel frattempo, lì vicino, c’era una lunga coda di persone davanti a un negozio che vende bombole di gas da cucina. Una delle persone in fila ha spiegato di essere lì da tre giorni: erano state consegnate 200 bombole, ma c’erano 500 persone in coda. Senza gas e cherosene non possono fare nulla: senza cibo moriranno.

Intanto il governatore della banca centrale ha spiegato che la valuta estera è stata assicurata grazie a un prestito della Banca mondiale in modo da pagare le forniture di carburante e gas da cucine. Solo che tali forniture devono ancora arrivare.

Al momento l’inflazione ha raggiunto il 29,8%, ma si ipotizza che potrebbe sfiorre il 40% entro i prossimi due mesi. Questo fa sì che i prezzi dei generi alimentari aumenteranno del 46,6&.