Starbucks: stop ai sindacati o via i benefici sanitari per i dipendenti trans

Ancora Starbucks contro i sindacati: se i locali decideranno di farne parte potrebbero perdere i benefici sanitari per i dipendenti trans.

Starbucks: stop ai sindacati o via i benefici sanitari per i dipendenti trans

Starbucks prosegue imperterrito la sua lotta contro i sindacati. A quanto pare il colosso avrebbe minacciato di togliere i benefici sanitari per i dipendenti trans se i locali si fossero sindacalizzati.

Sin da quanto i lavoratori della sede di Buffalo hanno votato a favore per la formazione di un sindacato, ecco che Starbucks è stato chiaro: non ha nessunissima intenzione di collaborare con quei dipendenti che hanno deciso di esercitare i loro diritti di organizzare legalmente un sindacato.

Secondo alcuni dipendenti, Starbucks starebbe minacciando di togliere alcuni benefici sanitari a coloro che aderiranno ai sindacati. In particolare i dipendenti di uno Starbucks ad Oklahoma City hanno presentato una formale denuncia al National Labor Relations Board in merito al fatto che l’azienda, durante una riunione, abbia dichiarato che se i loro tentativi di aderire al sindacato fossero andati a buon fine, avrebbero potuto perdere l’accesso all’assistenza sanitaria trans-inclusiva.

starbucks natale

Nel 2013 Starbucks aveva annunciato che avrebbe ampliato i benefici sanitari includendo anche la chirurgia per la conferma di genere. Nel 2018, poi, aveva ulteriormente incrementato tali benefit per coprire altre procedure come l’aumento del seno o la chirurgia di femminilizzazione del viso.

Starbucks in realtà nega di aver fatto queste minacce, anche perché tale pratica è illegale ai sensi del National Labor Relations Act. Tuttavia sono molti i dipendenti che denunciano tattiche simili da parte dell’azienda. Inoltre il comportamento di Starbucks sarebbe in linea con quanto già fatto dall’inizio di questa storia: diversi dipendenti sindacalisti sono stati licenziati e un locale di Ithaca è stato addirittura chiuso con solo una settimana di preavviso dopo aver annunciato che si erano iscritti al sindacato (gli altri due Starbucks di Ithaca, non sindacalizzati, sono invece rimasti aperti).

Denunce di tal genere sono piovute addosso a Starbucks e in alcuni casi ha anche dovuto reintegrare i lavoratori licenziati a seguito della rappresaglia per il loro coinvolgimento nei sindacati. E nel frattempo Starbucks non è certo stato a guardare: a maggio ha annunciato che avrebbe aumentato il salario minimo a 15 dollari, sottolineando però che i futuri aumenti salariali sarebbero stati bloccati nei locali aderenti ai sindacati.