Starbucks, violati i diritti dei lavoratori: i sindacati minacciano di chiudere i negozi di Buffalo

Nei guai gli Starbucks di Buffalo: i sindacati minacciano di chiudere i locali della zona perché l'azienda avrebbe violato i diritti dei lavoratori.

Starbucks, violati i diritti dei lavoratori: i sindacati minacciano di chiudere i negozi di Buffalo

Torniamo negli Stati Uniti perché qui i sindacati di Starbucks attivi a Buffalo hanno minacciato di chiudere i locali della zona: l’azienda non avrebbe rispettato i diritti dei lavoratori.

Il sindacato ha presentato all’ufficio regionale di Buffalo del National Labor Relations Board ben 20 denunce nel corso dell’ultima settimana. Il tutto fa parte della lotta legale fra Starbucks e Workers United, un’affiliata della Service Employees International Union.

Secondo i sindacati, Starbucks avrebbe illegalmente obbligato i dipendenti a partecipare a riunioni anti-sindacali, escludendo però dalle sessioni i dipendenti sindacalisti. Ma non finisce qui.

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L’associazione accusa Starbucks di discriminare i lavoratori affiliati ai sindacati per quanto riguarda il rispetto dei codici di abbigliamento, la lingua e le quarantene Covid-19. Inoltre Starbucks avrebbe impedito, sempre in maniera illegale, ai dipendenti di parlare con i giornalisti.

Dal canto suo Reggie Borges, portavoce di Starbucks, in un’email ha fatto sapere che l’azienda è stata chiara sin dall’inizio: qualsiasi affermazione in merito ad attività anti-sindacali è categoricamente falsa. L’azienda ha poi spiegato di aderire rigorosamente alle norme statunitensi che regolamento i diritti al lavoro.

Alcune delle denunce fatte dai sindacalisti di Starbucks sono simili a quelle organizzate contro Amazon negli stati di New York e in Alabama: anche Amazon era stata accusata di costringere i lavoratori a partecipare a riunioni anti-sindacali.

Fra le accuse presentate da Workers United contro Starbucks figura anche quella di aver licenziato uno dei leader sindacali nel primo negozio che era stato sindacalizzato a dicembre. La dipendente, Cassi Fleischer, ha spiegato che il sindacato ha presentato accuse di pratiche di lavoro sleali.

Adesso toccherà ai funzionari regionali esaminare questi reclami. Se verrà trovato un fondamento in essi e non si riuscirà a raggiungere un accordo, i reclami finiranno davanti ai giudici. Si potrà poi ricorrere in appello alle sentenze di tali giudici a Washington DC, fino ad arrivare alla Corte Federale.