Stati Uniti, Starbucks costretto a reintegrare 7 lavoratori licenziati perché sindacalizzati

Starbucks dovrà reintegrare sette dipendenti originariamente licenziati a causa della loro attività sindacale.

Stati Uniti, Starbucks costretto a reintegrare 7 lavoratori licenziati perché sindacalizzati

Ci risiamo – quei bonaccioni di Starbucks stanno di nuovo litigando con sindacati e affini. Dopo la chiusura a inizio luglio in quel di New York, indicata dagli stessi dipendenti come chiara rappresaglia contro la sindacalizzazione (e prontamente smentita dalla stessa azienda) e altre numerose chiusure nei mesi precedenti, al colosso a stelle e strisce del caffè è stato ordinato di reintegrare il prima possibile sette ex lavoratori nel punto vendita di Memphis, negli Stati Uniti, che per l’appunto – come ormai avrete intuito – erano originariamente stati licenziati per aver svolto attività a favore del sindacato.

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I dipendenti in questione costituivano circa un terzo della forza lavoro complessiva del negozio in questione, e includevano per l’appunto cinque membri del comitato sindacale. Interrogata sulle motivazioni del licenziamento, Starbucks ha affermato che i lavoratori avevano violato le politiche di sicurezza dell’azienda rimanendo all’interno del punto vendita fuori orario, permettendo a una troupe televisiva di entrare sul retro del negozio e, nel caso di un singolo dipendente, aprendo la cassaforte senza alcun permesso. I “Sette di Memphis“, come erano diventati noti, furono dunque licenziati – secondo la lettura del sindacato Starbucks Workers United – come rappresaglia per aver organizzato un incontro con i media locali.

I Sette di Memphis, tuttavia, dovranno come accennato essere reintegrati nell’organico del negozio: “La Corte concorda con il Consiglio sul fatto che il ripristino dei Sette sia giusto e corretto”, ha scritto a tal proposito giovedì il giudice distrettuale Sheryl Lipman. Vi ricordiamo, infine, anche la denuncia di maggio da parte del National Labor Relations Board (NLRB) ai danni di Starbucks, nel quale veniva affermato che il colosso avesse licenziato illegalmente i lavoratori per aver intrapreso attività sindacali.